Il servizio idrico è stato il tema centrale del convegno all’auditorium della facoltà di Giurisprudenza dal titolo: “La gestione del servizio idrico: prospettive e problematiche tra ricorso al mercato e gestione pubblica”. La discussione verteva sulla possibilità di liberalizzazione o privatizzazione dell’acqua. Il convegno è stato moderato prima dalla professoressa Bettina Campedelli, prorettore dell’Ateneo di Verona, e poi dal professore Franco Cecchi, ordinario di Impianti chimici.
La parte normativa. La parte più generale è stata aperta da Donata Gottardi, direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche. Gottardi ha trattato il tema dell’acqua secondo la prospettiva del diritto europeo. "L’acqua viene considerata da tutti un bene comune, ma non esiste nessuna normativa che identifichi cosa sia esattamente il bene comune – ha spiegato. È perciò difficile che venga liberalizzata. Nel marzo 2006 viene proposto al Parlamento Europeo di considerare l’acqua un bene comune e l’accesso ai servizi idrici come un diritto fondamentale. La proposta non è stata accettata. Nel dicembre dello stesso anno si fa un passo avanti: l’acqua viene inserita nell’elenco delle risorse con possibilità di libera circolazione. In questa direttiva vengono distinti i beni non economici di interesse generale dai beni economici di interesse generale, ma per questi ultimi c’è ancora grande difficoltà nella loro catalogazione".
La parte generale è stata poi trattata anche da Marco Manunta, magistrato del Tribunale di Milano. "L'acqua e l’accesso ai servizi idrici sono un diritto fondamentale poiché l’acqua significa vita" ha detto Manunta. Ha poi portato alcuni esempi di sentenze passate, tra cui quella sui cittadini di Aprilia ai quali è stato concesso il diritto di verificare e di intervenire nella gestione di un servizio pubblico. Si è soffermato anche sul decreto Ronchi ritenendolo “una normativa inefficiente che al posto di risolvere problemi ne crea”. Il discorso di Manunta ha accolto una vasta approvazione da parte del pubblico.
La parte tecnica. La parte più dettagliata è stata aperta dell’intervento di Andrea Guerrini, docente dell’ateneo, che ha proiettato alcune slides facendo il confronto dei servizi idrici secondo diversi aspetti. "Uno degli aspetti presi in considerazione era la distinzione tra pubblico e privato, mentre un altro era la distinzione tra i servizi del nord, del centro e del sud Italia" ha spiegato Guerrini. A questo intervento è seguito quello di Antonio Massarutto, docente dell’Università di Udine, che si è concentrato sulla questione della privatizzazione cercando di smentire le preoccupazioni della gente sul punto di vista economico.
Giancarlo Corò, docente dell’Università “Cà Foscari” di Venezia, ha reso noti i dati sugli investimenti del Veneto nel settore idrico: 5.553.054.198 € che corrispondono a 44.62 € a persona all’anno.