Il nuovo libro di Elena Salibra, docente di Letteratura Italiana alla facoltà di Lettere dell’Università di Pisa, "Il martirio di ortigia", (Manni, Lecce 2010) è stato presentato in Biblioteca Frinzi all'interno del ciclo di incontri “Io scrivo, tu mi leggi”. L'autrice che con la precedente raccolta di poesie “Vers. es” è entrata nella cinquina del prestigioso premio Viareggio è stata introdotta da Gianpaolo Marchi e Nadia Ebani, docenti di Letteratura Italiana dell' università scaligera.
Il libro. Quanto, in un racconto poetico, ci si sofferma a riflettere sugli instabili percorsi che la vita quotidianamente ci offre? Tanto. Non è solo un libro di poesie quello di Elena Salibra ma un colloquio, a più voci, con i suoi ricordi e pensieri più intimi. "“Il martirio di Ortigia” – ha dichiarato l’autrice – rappresenta realtà concrete miste ad elementi metafisici. Nasce da un quadro affisso alla parete del salotto di casa mia il quale, causa restauro, è stato tolto lasciando un grande vuoto nella stanza e dentro me". Sono quel vuoto e quel quadro il punto di partenza per la comprensione dell’intera raccolta la quale, muovendo i primi passi con estrema lentezza e suoni nostalgici, giunge ad un pieno soddisfacimento dei sensi. "La poesia – ha proseguito la poetessa – ha il prezzo del dolore. Mediante questi versi io compio un cammino che mi porta a trovare serenità."
Un quadro, un pellegrinaggio, una rinascita. Il quadro, che nell’immaginario della Salibra, rappresenta il seicentesco “Martirio di Sant’Erasmo”, opera di autore ignoto, che la nonna amava attribuire al Caravaggio, simboleggia il tema, a lei tanto caro, della fuga: fuga dalla Sicilia, sua terra natia, fuga dalla quotidianità e fuga delle parole. Legandosi ai versi dell’autrice “il tempo è svelto all’incuria”, Gianpaolo Marchi si sofferma a riflettere sul gioco di incontri continui con luci, suoni, colori, movimenti interni alla storia, persone per poi giungere sempre a parlare di sé, legando questo labirinto di immagini sfuocate all’esperienza della fuga intesa come segmentazione di spazio e tempo. Pungente, interessante e profonda, l’analisi operata da Nadia Ebani che, leggendo e commentando svariati versi, ha favorito numerosi contributi e differenti chiavi di lettura anche all’autrice.
Forma e stile. Un testo, quello di Salibra, ricco di registri lessicali contemporanei e moderni, diversi tra loro, che tracciano un percorso poetico nuovo e articolato. Prendendo spunto dai suoi poeti prediletti, Pascoli soprattutto, crea uno stile originale, in cui è presenza costante l’oralità. L’uso del minuscolo (nel testo ricorrono soltanto quattro parole in maiuscolo), favorisce la percezione di ogni singolo fonema. Un testo da assaporare in ogni sua pausa, organico e corpulento su cui indugiare.