La retorica tradizionale imporrebbe di ispirarci ai più idilliaci sentimenti natalizi per formulare gli auguri di rito legati ai classici significati di questa ricorrenza. Tuttavia, perché gli auguri siano sinceri, non possono prescindere dalla realtà, per quanto difficile essa sia, e dalle prospettive future che essa riserva all’umanità. Ritengo che, svolgendo la mia funzione all’interno di una istituzione dedicata alla formazione del capitale intellettuale del Paese, il più autentico augurio consista nell’esortazione a riflettere su alcune considerazioni che Vi propongo con le parole tratte dai contenuti del “VII Glion Colloquium – an influential think tank on higher education issues,” , focalizzato nel 2009 sul tema delle “research universities”, con la fiducia che ciò possa contribuire a far emergere una minore conflittualità ed una maggiore determinazione a realizzare obiettivi comuni.
“Durante lo scorso decennio alcuni fenomeni – quali l’aumento della popolazione terrestre, l’impatto ambientale, l’esaurimento delle risorse – hanno sollevato forti preoccupazioni nei confronti della questione primaria della sostenibilità globale. Nell’interesse universale di questi argomenti, il contributo dell’Università è collocato in prima linea, anche se l’ormai riconosciuto impulso alla moderna apertura delle Università all’esterno ha dato al loro ruolo una diffusa interpretazione in chiave localistica, attraverso visioni finalistiche e ridotte ad interessi circoscritti.
È necessario che l’Università ricollochi le sue prospettive in una visuale più ampia per poter essere utile ad un società globale – o, forse ancor meglio, ad una società civile – . L’attività degli Atenei deve essere diretta ad affrontare le grandi sfide del 21° secolo, la principale delle quali è la sostenibilità, in ciò inclusi i grandi temi delle riserve di alimenti e di energia, della salute, della povertà mondiale, della crescita economica, dell’emigrazione, del terrorismo, oltre a quello fondamentale del governo sopranazionale. Tuttavia, gran parte del mondo universitario sembra poco sensibile a queste sfide, così come al richiamo ad una maggiore responsabilizzazione e coinvolgimento nella società”.
Siamo chiamati ad uscire dal quotidiano e dal particolarismo, dunque, per adottare una visione più ampia che induca l’Università a proiettarsi con determinazione verso questioni universali, ad impegnarsi per orientare la ricerca ai grandi temi che oggi interrogano l’umanità. Questo è l’auspicio che possiamo mutuare dalle conclusioni di Glion.
Non possiamo che condividere la necessità della massima disponibilità al cambiamento all’interno dell’ecosistema della formazione superiore, in velocissima evoluzione. Dobbiamo diventare protagonisti del cambiamento. Il mio augurio, veramente sentito, è che ci si liberi dai condizionamenti delle passate concezioni e ci si apra a questo forte appello verso i grandi temi del futuro e delle future generazioni.
Alessandro Mazzucco