La Costituzione si è de-temporalizzata?. A intervenire nel nono e ultimo incontro del ciclo "La Costituzione italiana: progetto di convivenza civile" Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte Costituzionale e già professore di Diritto costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli studi di Torino. A presentare Zagrebelsky al pubblico Francesco Marchi, segretario generale del Comune di Verona e Maurizio Pedrazza Gorlero, professore di Diritto costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza dell'università di Verona.
Il tema.“Costituzione: convergenza di diverse culture” è il titolo dell'ultimo incontro. Ad aprire il dibattito Marchi che ha voluto sottolineare come in Italia la Costituzione non si insegni nelle scuole: “per un cittadino non conoscere la Costituzione del proprio Paese è una cosa incredibile, ben vengano quindi queste conferenze capaci di arricchire tutti gli abitanti di Verona”. Ha poi preso la parola Maurizio Pedrazza Gorlero che ha introdotto il tema dell'incontro: “ la Costituzione è il frutto di differenti visioni della società, dei diversi valori che dovevano essere coltivati e delle molteplici finalità che dovevano essere raggiunte – ha affermato. – Oggi sembra che la Costituzione non sia più adeguata a rappresentare le esigenze presenti del Paese e ciò di cui discutere è se questa Carta debba o non debba subire delle modifiche per adeguarsi alle nuove istanze sociali”.
Le vere Costituzioni sopravvivono alla generazione che le ha prodotte. Il microfono è quindi passato a Gustavo Zagrebelsky che ha suddiviso la discussione in tre capitoli, il primo dedicato al grande interrogativo sul superamento o meno della Carta: “visto che la Costituzione italiana è il prodotto di un'assemblea liberamente eletta a suffragio universale, risultato delle posizioni politiche e degli ideali di partiti che ora non esistono più, dobbiamo forse affermare che è arrivato il momento di ridarci una nuova Costituzione fatta dalle forze politiche attuali?”chiede Zagrebelsky. La risposta sta nel prendere coscienza che per le costituzioni è un segno di vitalità la loro lunga durata e che proprio per questo una buona costituzione è una costituzione che invecchia. “La nostra Legge fondamentale pur essendo nata in circostanze storiche particolari e da forze politiche che non esistono più si è detemporalizzata, non è più quel compromesso che ha consentito alle forze politiche di quegli anni di cooperare tra di loro e proprio per questo motivo sono dell'idea che essa non debba subire alcuna modifica.”
La democrazia costituzionale corre seri pericoli. Le forme di governo sono sottoposte a uno sviluppo ciclico: nascono, crescono, si corrompono e muoiono e la nostra democrazia non è immune a tutto questo. Destinata a sparire per essere sostituita da un'altra forma di governo, la democrazia deperisce quando si trasforma in oligarchia, tipo di potere legato all'espandersi della corruzione: questi i due tarli che agiscono congiuntamente portando la democrazia alla distruzione. “L'oligarchia consiste nel potere di piccoli gruppi sulla generalità degli individui che compongono la società – ha precisato Zagrebelsky – e poichè le democrazie hanno bisogno delle oligarchie può accadere che si verifichi una vera e propria sostituzione”. Il pericolo sta nel fatto che negli ultimi tempi si pensa al tema del rapporto tra i tanti della democrazia e i piccoli numeri che dispongono del potere nei termini del giro di potere. “I giri sono una struttura sociale fondata sul rapporto tra qualcuno che offre fedeltà e in cambio riceve protezione – ha spiegato -. Un classico esempio è il voto di scambio: l'elettore promette il proprio voto a un candidato in cambio di qualche favore. Quando da un semplice voto si passa a 20000 il giro comincia a diventare qualcosa di molto pericoloso che rischia di svuotare la democrazia”. Questo sistema si basa sul disconoscimento dei diritti di ogni uomo e sulla loro trasformazione in richieste in cambio di favori: “il giro per funzionare ha bisogno di una società fondata sulla disuguaglianza in cui vi siano persone bisognose e persone in grado di soddisfare questi bisogni – ha sottolineato Zagrebelsky, che ha proseguito – si basa inoltre su uno stato che non funziona e sull'illegalità perchè ogni favore è una violazione della formula La legge è uguale per tutti”.
I rimedi. La terza parte dell'intervento ha avuto come oggetto i possibili rimedi per difendere la Costituzione da questi pericoli.“A mio avviso i possibili interventi sono tre – ha spiegato Zagrebelsky – uno di carattere etico-sociale e due di tipo istituzionale: innanzitutto ciò che ogni individuo può fare personalmente è di prendere le distanze da coloro che concepiscono la vita pubblica e la vita politica in termini di favori contro fedeltà; stabilire tra noi e loro una barriera di civiltà, una barriera culturale. In secondo luogo sono necessari due interventi che riguardano le istituzioni: il primo è fare in modo che l'opinione pubblica si alimenti attraverso un'informazione veritiera, completa e pluralistica; il secondo è quello di combattere questa struttura illegale con la legalità, favorendo il rigore e l'indipendenza della funzione giudiziaria”. Zagrebelsky ha voluto infine concludere l'incontro con una proposta: “Visto che qualcuno ha calcolato che la durata media della vita delle democrazie europee è di circa 60 anni – ha affermato – possiamo darci appuntamento tra due o tre anni per vedere come effettivamente sono andate le cose”.