In occasione del quarto centenario della morte di Caravaggio, il museo di Castelvecchio ha dedicato al grande artista il quinto appuntamento del ciclo di conferenze promosso dal Comune di Verona e dall’ateneo scaligero. Ospite dell’incontro è Mina Gregori, allieva del grande storico d’arte Roberto Longhi, da cui ha ereditato la passione per l’arte e per Caravaggio in particolare.
Storica dell’arte italiana, professoressa emerita di Storia dell’arte moderna all’Università di Firenze e presidente della fondazione Roberto Longhi di Firenze, Mina Gregori ha proposto un resoconto delle iniziative attuate in occasione del quarto centenario della morte di Michelangelo Merisi da Caravaggio. In particolare, ha speso diverse parole per la mostra che si è tenuta di recente a Roma e giudicata dalla stessa “ingessata e incompleta perchè esibiva solo le opere citate nelle fonti del 1600, eludendo gli studi e il lavoro filologico fatti sul grande pittore”.
Un grande lavoro filologico. Il contributo principale di Gregori, di Longhi e di altri studiosi del Caravaggio è quello di aver scoperto una serie di dipinti non citati nelle fonti seicentesche e per questo motivo per molto tempo mai esibiti nelle mostre dedicate all'artista. Tra i più bei quadri scoperti dalla storica ricordiamo il “Ritratto di Antonio Martelli, cavaliere di malta”, trovato nel deposito di Palazzo Pitti a Firenze ed esposto nello stesso dopo la scoperta. “Ho capito che era un Caravaggio appena l'ho visto – ha affermato Gregori – e ciò che me l'ha fatto intuire sono la tristezza e la profondità del viso del cavaliere riscontrabili nel taglio triste della bocca e nel volto non abbellito. Un'altra chiara distinzione tipica del Caravaggio è l'utilizzo del “bianco sporco” con cui è dipinta la croce nel petto che sembra respirare insieme al corpo”.
Un secondo quadro ricordato da Gregori è il “Cavadenti”. “Qui ciò che più mi ha colpito sono stati il sovrapporsi delle teste e la mano alzata del ragazzo, firme tipiche del Caravaggio – ha spiegato la storica e ha aggiunto – la modellazione rapida del braccio è sicuramente un altro elemento caratterizzante, unito alla testa della vecchia che troviamo uguale in un altro quadro del nostro pittore”. Queste e molte altre le scoperte fatte da Mina Gregori e da altri storici dell'arte, grazie ai quali molte opere rimaste per anni in bui e polverosi depositi hanno potuto vedere la luce e arricchire almeno in parte ognuno di noi. Gregori ha infatti concluso dicendo che “l'occhio degli esperti fa progredire la conoscenza degli uomini e anche se può essere un lavoro rischioso che può condurre a degli sbagli si deve rischiare, soprattutto se i risultati ottenuti sono così importanti”.