La matematica è considerata dalla maggior parte degli studenti una vera e propria “bestia nera”. Perchè la matematica fa tanta paura? A spiegarlo Giorgio Israel, docente de "La Sapienza" di Roma e Roberto Giacobazzi, preside della facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell'ateneo di Verona.
Italia fanalino di coda. “Cartesio diceva che la matematica è la scienza più facile, eppure, nel nostro Paese l'apprendimento della Matematica risulta disastroso” spiega Israel. “Questo non è del tutto vero, perchè i test effettuati tra gli studenti spesso si basano sul modello di altri paesi come la Finlandia, dove l'insegnamento della Matematica avviene in modo totalmente diverso rispetto all'Italia”. Eppure, secondo il Professor Israel, il metodo finlandese tanto decantato, è discutibile poiché distrugge 2000 anni di storia della Matematica. Anche in Francia il metodo di insegnamento è differente ed esclude i concetti intuitivi sui quali si basa la matematica. La Matematica è una scienza che aspira alla perfezione, ma in ogni paese si lavora in modo differente, quindi non esiste un metodo unico per insegnare ed apprendere la Matematica.
Limiti del metodo di insegnamento. Secondo un'indagine effettuata negli istituti scolastici di Torino la Matematica continua a fare paura a molti studenti. Secondo Israel questo avviene anche a causa di certi errori della Scuola Primaria. Mentre le lingue vengono insegnate ai bambini sin dall'infanzia perchè si pensa che per loro sia più facile apprenderle quando sono molto piccoli, della Matematica non si ha la stessa concezione. Anzi, si tende a posticipare il suo insegnamento, procedendo con lentezza perchè si teme che la mente del bimbo non sia pronta, come sostiene Piaget, che considera la Matematica apprendibile dai 7 anni in poi. In realtà sin dall'infanzia gli esseri umani sono affascinati dai numeri e dai conti, come dalle lingue. E' sbagliato quindi anche pensare che tutti i problemi siano risolvibili dai nativi digitali con l'aiuto di calcolatrice e computer. Questi mezzi devono essere un supporto, ma non devono sostituirsi alla mente del bambino, vanno quindi introdotti in modo intelligente.