La scienza influenza i processi penali? In risposta al quesito è nato un confronto tra il presidente del tribunale militare di Verona Vincenzo Santoro, la docente di diritto processuale penale dell’ università di Verona Adonella Presutti e il docente dell’ Università di Padova Giuseppe Sartori. Ad introdurre i relatori al publbico Stefano Troiano, preside della facoltà di Giurisprudenza.
La prova genetica nei processi penali. “Grazie all’analisi delle prove scientifiche, rilevate da periti esperti, molti processi sono stati evitati o modificati in essere – ha dichiarato Presutti -. Oggi durante una sentenza il giudice del tribunale può chiedere l’ intervento dei periti, persone esperte che analizzano il luogo del crimine, gli oggetti incriminati e la prova genetica può ricondurre al colpevole del crimine. Un esempio molto usato dagli esperti scientifici è il confronto tra il Dna dei possibili colpevoli del reato. In passato si poteva dissentire ed impedire di prelevare il Dna, ma con una legge del 1996 si è imposto l'obbligo su richiesta del tribunale di essere sottoposti al prelievo.
Il magistrato e l’esito della sentenza. Santoro ha parlato della figura del giudice all’ interno del tribunale e delle competenze che deve avere per prendere una decisione giusta nel processo penale. Il giudice prende in considerazione due principi: il libero convincimento del giudice, in quanto il giurato è libero di dare una sua valutazione del fatto e l’aiuto dei periti, in quanto se richiede la loro competenza, limita il suo potere.
L’ esperto dei comportamenti altrui. La giornata è proseguita con l’intervento di Sartori, studioso dei comportamenti e delle perizie psichiatre. Durante il processo penale in tribunale, molte volte viene chiesta la perizia psichiatrica dell’imputato per trovare una spiegazione al reato commesso. La ricerca degli esperti psichiatrici analizza tutti i casi possibili, per poi arrivare tramite il confronto al caso specifico della sentenza del tribunale.