Quali sono i risvolti sociali della risata? A questa ed altre domande hanno risposto Giovanni Berlucchi e Paolo Nichelli coordinati dalla giornalista Silvia Bencivelli.
I cv dei 3 relatori. Silvia Bencivelli è giornalista scientifica free lance, dal 2005 collabora con Radio3 Rai per la redazione del quotidiano scientifico Radio3 scienza. Giovanni Berlucchi già ordinario di Fisiologia dell'Università di Verona, è attivo nella ricerca in diversi settori delle neuroscienze da oltre 40 anni. I suoi studi riguardano la fisiologia del ciclo-sonno veglia, le interazioni e le differenze fra gli emisferi cerebrali, la percezione e l’attenzione visiva, e in genere delle cosiddette funzioni nervose superiori. Paolo Nichelli è il direttore del dipartimento di Neuroscienze e dell’unità operativa di Neurologia del nuovo ospedale S. Agostino Estense di Modena.
Paolo Nichelli. “Da dove viene il ridere? Già dai primati” ha spiegato Nichelli – “era un’espressione a bocca aperta accompagnata da forme di gestualità respiratoria per far capire al resto del gruppo che l’interazione non è pericolosa almeno in quel momento”. La risata è un comportamento sociale che compare nei bambini già dal secondo mese; se siamo in compagnia la risata può essere contagiosa. È possibile anche intendere quando una risata è vera o falsa: non ci credete? Il segreto è guardare l’espressione degli occhi. Provare per credere.
Giovanni Berlucchi. “In tutte le culture si ride, è una forma di comunicazione – ha affermato il docente dell’Università di Verona – il riso è nato almeno 100 milioni di anni fa e c’è una grande quantità di studi scientifici che combinano lo humor e la medicina. Molti, inoltre, gli esperimenti che mostrano cosa accade al solletico sugli animali: inutile dire che i primati si comportano come noi, ma quello che stupisce è vedere che anche i topi ridono!