Cosa si intende oggi per “questione morale”? È un problema che interessa solo i partiti politici o può coinvolgere tutti noi? Roberta De Monticelli, autrice di un recente e fortunato saggio filosofico intitolato “Questione morale”, ha affrontato l’argomento in un incontro dal titolo “Ragione pratica e questione morale” tenuto all’auditorium della Gran Guardia all’interno dell’edizione 2011 del festival Infinitamente. Un dibattito stimolante nel quale la De Monticelli ha presentato la sua visione filosofica su cosa dovrebbe significare, nel nostro tempo, seguire una morale. La sfida lanciata è ardua: assegnare all’etica un fondamento razionale.
L’etica universale come risposta alla globalizzazione. Secondo la filosofa oggi il comportamento etico è affidato esclusivamente all’emotività, al “sentire” di ciascuno. Di conseguenza esso è estremamente mutevole e soggetto a molte variabili legate ai momenti e alle situazioni nelle quali ogni giorno siamo chiamati a prender decisioni. Il fatto che viviamo in una società multiculturale ci porta a giudicare come certamente positivo un pluralismo di idee, punti di vista e morali differenti. Ma, avverte la scrittrice, “il relativismo che ne deriva può essere molto pericoloso: se, infatti, il livello di conflitto tra culture dovesse alzarsi, lo scontro non si giocherebbe sui valori, considerati appunto relativi, ma sulla forza”. D’altro canto, in un mondo ormai globalizzato, rifiutare il pluralismo significa inevitabilmente abbracciare una visione giudicata da molti come integralista e fuori dai tempi. Come uscire, dunque, da queste sabbie mobili? La soluzione proposta dalla De Monticelli è originale: “attribuire piena legittimità ai diversi ethos, ai comportamenti dettati dalla propria cultura o religione, ma ricondurli tutti ad un’etica universale, valida per ogni essere umano”. La filosofa la definisce “etica del dovuto”, ossia l’insieme di ciò che è dovuto da ciascuno di noi a tutti gli altri.
L’etica del dovuto. Ma cosa rientra in questa etica? Secondo la saggista, una buona indicazione è offerta da quanto sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948. “L’etica del dovuto non è stabile – ha precisato la scrittrice – ma varia di pari passo con la società. Essa può determinarsi solo in una democrazia matura, basata sulla giustizia, la trasparenza, l’istruzione, la corretta informazione e la possibilità di partecipazione. Una società nella quale tutti operano affinché ciascun individuo possa fiorire pienamente”. Si tratta di una realtà sociale e politica che l’Italia, secondo la De Monticelli, è ancora lontana dal raggiungere. Alcuni episodi storici, infatti, hanno impedito che la nostra nazione compisse un cambiamento fondamentale per conseguire la piena maturità: passare dall’idea di servitù nei confronti di un capo, a quella di obbedienza alla legge che ciascuno contribuisce a scrivere e, se necessario, a modificare. Dalla De Monticelli, dunque, arriva un monito forte: “rimboccarsi le maniche per costruire un’Italia più matura, nella quale le generazioni future possano realizzarsi a pieno”.