Quali sono i principali elementi di distanza tra università e imprese? Quali politiche regionali possono essere messe in atto per avvicinare le due realtà? A queste e ad altre domande risponderà Annaflavia Bianchi, economista e coordinatrice scientifica della Fondazione “Faber – Industria e futuro” di Confindustria Emilia Romagna durante un incontro dal titolo "La ricerca industriale: come avvicinare Università e imprese? L’esperienza dell’Emilia-Romagna". La conferenzasi svolgerà giovedì 31 marzo alle 14 nell'aula verde della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell'ateneo scaligero, con la collaborazione del preside della facoltà Roberto Giacobazzi.
Il tema dell'incontro. L'intervento di Bianchi verterà sull'analisi del libro di Giorgio Stimilli “Ricerca & Sviluppo”. “L'autore già nel 2005 aveva rifiutato i luoghi comuni sull'inefficacia della ricerca universitaria in Italia, mostrando che l'ostacolo al trasferimento di innovazione nel sistema produttivo sta nel sottodimensionamento del sistema complessivo della ricerca universitaria e industriale – spiega Bianchi -. La conferenza ha lo scopo di proporre un dibattito su queste tematiche di alto interesse per il bene comune ma soprattutto per quanti lavorano nel settore dell'università e della ricerca”.
La riflessione si articolerà su tre piani: analisi delle caratteristiche e degli sforzi della ricerca in Italia; studio dello stato del sistema produttivo, in particolare delle caratteristiche e delle strategie innovative in Emilia-Romagna; disamina dei principali elementi di distanza tra università e imprese e delle politiche regionali volte a superarli. “L’auspicio – continua Bianchi – è che da queste riflessioni possano scaturire stimoli per la ricerca nelle università e per il loro ruolo nello sviluppo del paese. Nell’ultimo decennio la situazione produttiva in Italia mostra infatti una preoccupante stasi, che nel settore dei servizi si traduce addirittura in un calo. In questo contesto per il nostro paese risulta difficile reagire alla crisi finanziaria, trasformatasi in crisi della domanda estera e interna. Gli scarsi risultati della ripresa in Italia rendono i tempi di ripristino delle condizioni pre-crisi molto più lunghi rispetto agli altri grandi paesi europei. L'attuale difficoltà si inserisce quindi in una situazione che già mostrava delle criticità e rispetto alle quali appare opportuno intervenire rapidamente”.