“Ascolto e indago il sapore della nebbia | che imprigiona ogni onda che s’impenna | e copre i volti dondolanti della schiuma | che impazzita la sospinge verso riva”. Con questa quartina Gilberto Antonioli, giornalista, poeta e scrittore veronese, inizia il suo libro “Sapore di nebbia”(Iperedizioni, 2010), presentato in biblioteca Frinzi nel corso del ciclo di incontri con l'autore “Io scrivo, tu mi leggi”. Hanno affiancato il poeta nella presentazione Arnaldo Soldani, docente di Storia della lingua italiana dell’università, e Giuseppe Chiecchi, ordinario di Letteratura italiana dell’ateneo.
Il tema dell’attesa. “Sapore di nebbia” è un canzoniere, una raccolta di poesie sottoforma di libro, suddiviso in quattro parti. Ogni sezione individua quattro sentieri legati da un unico tema: l'attesa. Si parte dalla natura, dove le cose sono sottoposte alla sensazione, passando per l'introspezione e l'imprevisto, fino ad arrivare all'approfondimento, dove si tenta un impossibile bilancio dentro la poetica che trasforma la natura in metafora del canto. “È una raccolta che non ha vincoli visibili o macroscopici e si mostra nella sua relativa libertà. Ci troviamo di fronte a una poesia accogliente che non pone ostacoli di esperienza privata dentro i suoi simboli e i suoi segni. Una poesia dunque tendenzialmente universale” ha spiegato Chiecchi. L’attesa è presente in ogni componimento e accompagna il lettore dall'inizio alla fine. “Nella prima poesia, intitolata “Sapore di nebbia”, l'attesa è intesa nel senso di stato, di condizione che precede l'atto. Nell’ultima invece – ha proseguito il docente – l’attesa è movimentata, è un verbo in posizione enfatica all'inizio di ogni strofa ed è qui intesa come atto, non più come stato”. L’attesa è una condizione provvisoria che produce una speranza di senso.
La nebbia è metafora di un mondo confuso. L'intervento di Soldani si è invece concentrato su due punti differenti: l'analisi metrica e lo studio contenutistico delle poesie. Dopo qualche breve nozione tecnica, il docente di Storia della lingua italiana è passato ad approfondire il significato più profondo nascosto nella raccolta. “La nebbia è la metafora di un mondo confuso, dell'orizzonte incerto della vita. Tra le poesie è possibile cogliere la nebulosa incertezza che riguarda non solo il mondo esterno, ma anche il soggetto stesso”.
Il vero significato di questo libro. Momento centrale dell'incontro è stata l'esposizione del pensiero di chi, più di ogni altro, può darci un'interpretazione certa delle poesie, l'autore stesso. “Ciò che desidero trasmettere con queste poesie è il clima di grande confusione che caratterizza la vita degli uomini. L’uomo è in bilico, vive in un'atmosfera di dubbio e così dev'essere altrimenti diventerebbe un soggetto pericoloso”. Infine, ad un'osservazione sul significato di alcuni termini Antonioli ha ribadito: “Non mi preoccupo di cosa vuol dire la singola parola. Se la parola vuole dire qualcosa parlerà da sola, ad ogni lettore”.