Franco Cecchi, ordinario di Impianti chimici all’Università di Verona, è stato nominato presidente dell’Inca, consorzio interuniversitario nazionale “La chimica per l’ambiente”. Il consorzio Inca è nato dall’iniziativa di cinque atenei e si pone l’obiettivo principale di riunire le diverse competenze e di generare una rete coordinata dei chimici che lavorano nel campo della protezione dell'ambiente. Oggi il Consorzio Inca conta 31 atenei associati e 80 unità di ricerca. Abbiamo posto alcune domande al docente per approfondire l’importanza di questo riconoscimento.
Professor Cecchi, ci può dire in cosa consiste il consorzio del quale è stato nominato presidente?
Il Consorzio è una aggregazione a rete di competenze esistenti in vari atenei quindi è una struttura sinergica e con adeguata massa critica; altrimenti, in Italia, sarebbe difficile poter avere risorse umane qualificate che si occupano di ricerca nel settore ambientale in una unica Università. Questo settore è caratterizzato infatti da un'importante interconnessione tra scienze di base ed ingegneria. Inca dispone di vari laboratori il più importante dei quali è quello che ha sede a Venezia presso il parco scientifico e tecnologico che può vantare primati circa le analisi di microinquinanti con particolare riferimento alle diossine in varie matrici ambientali e negli alimenti.
Quali sono gli obiettivi che lnca si propone di raggiungere? Quali progetti legati al territorio?
Oggi il Consorzio ha un piano scientifico che riguarda la chimica fine, le tecnologie, le scienze dei materiali e le applicazioni; sul sito è possibile prendere visione del programma scientifico nella sua completezza. Rispetto al territorio ci attendiamo che le sue istituzioni sfruttino questa aggregazione con alto profilo scientifico e culturale e tecnico per risolvere veramente i suoi problemi. Ad esempio abbiamo recentemente dato la disponibilità al Prefetto di Treviso di costituire un gruppo di studio interdisciplinare per poter dare un contributo alla risoluzione del problema della presenza di mercurio in alcuni pozzi di attingimento di acqua.
Cosa significa per lei questa nomina?
Questa nomina, votata all’unanimità dal consiglio direttivo, rappresenta per me un riconoscimento e la fiducia di molti colleghi. Questi apprezzamenti sono naturalmente rivolti non solo a me ma a tutta la nuova squadra di governo di Inca. Il Consorzio ha attraversato negli ultimi anni situazioni un po’ critiche ed ora è necessario un rilancio, il fatto di essere stato, assieme ai colleghi, scelto per questo difficile compito è motivo di orgoglio ma anche un grande onore.
Anche per l’anno accademico 2011/2012 è stato attivato il master di secondo livello in Ingegneria chimica della depurazione delle acque e delle energie rinnovabili. Qual è l’obiettivo?
Sì, siamo alla nona edizione. Gli obiettivi culturali non sono cambiati e rimanderei alle informazioni reperibili sul sito del master. La novità è che parteciperanno come partner diverse aziende di settore che oltre a finanziare l’iniziativa permetteranno un contatto diretto tra operatori e studenti. Questo sarà realizzato attraverso lezioni rivolte alle maestranze delle aziende, nelle aziende stesse e tenute da esperti universitari e delle stesse aziende. Credo sia una esperienza nuova, non solo per noi, e contiamo che questo permetta di unire le esigenze formative con quelle di acquisizione di personale qualificato.