L’opera come punto di partenza per scoprire la sua importanza nella storia del teatro, il Rigoletto di Verdi come punto d’arrivo per studiarne le scelte musicali, gli intrecci tra i personaggi, la loro caratterizzazione psicologica, le dinamiche. L’11 novembre nell’aula magna del polo Zanotto andrà in scena la presentazione “Rigoletto, Palestra delle emozioni”, curata dagli studenti del corso di “Avviamento alla conoscenza del teatro musicale”.
Ne abbiamo parlato con Elena Biggi Parodi, docente del corso e ideatrice e curatrice dell’incontro.
Qual è l’obiettivo principale dell’incontro da Lei ideato?
L’obiettivo principale dell’incontro che sono stata invitata a realizzare dalla responsabile della Comunicazione della Fondazione Arena, Patrizia Sughi, è di portare l’opera agli studenti attraverso gli studenti. Durante l’arco di questi sette anni nei quali si sono svolti i miei corsi all’Università di Verona mi sono sempre entusiasmata nel vedere come spesso i ragazzi che incontrano il genere dell’opera per la prima volta, ne siano così coinvolti da diventare veri appassionati. Durante le lezioni tento di parlare loro in modo piuttosto asettico delle strutture musicali e degli elementi della musica capaci di aggiungere significato al libretto, ma alla fine percepisco il loro coinvolgimento quando comprendono le vere emozioni messe in campo dai personaggi, così come sono svelate dalla musica.
Ci può parlare del cammino che gli studenti hanno affrontato per comprendere appieno l’importanza storica del Rigoletto nel corso di studi “Avviamento alla conoscenza del teatro musicale”?
In questa ultima occasione abbiamo affrontato tutte le opere della stagione areniana. Il mio approccio è semiotico e fa ricorso all'armamentario concettuale del nostro tempo, come alle risorse tecnologiche della nostra epoca. Parto dalle strategie poietiche e dalle cause contingenti che hanno reso possibile la creazione di quel dato prodotto artistico, ma il mio interesse è la capacità semantica, la capacità di comunicare al pubblico odierno, delle composizioni di teatro musicale. Impongo agli studenti di vincere il timore e la diffidenza e di guardare con me la partitura musicale anche se non sanno leggere la musica. Intuitivamente i segni riescono a far comprendere l’organizzazione delle strutture musicali. Di solito l’associazione con la situazione drammatica non deve nemmeno essere spiegata. L’ascolto diretto e la comprensione di come tutti gli elementi musicali, il profilo melodico, il ritmo, l’ordito timbrico siano straordinari portatori di senso, scatena l’emozione dei ragazzi che oggi più che mai sono avvezzi a comprendere, seppure inconsapevolmente, che la musica non svolge solo un ruolo accessorio ma è portatrice di significati, al di là delle parole espresse dai testi. Questo accade nella musica di ogni tempo, in quella d’arte come nelle canzoni di San Remo.
Quali sono gli aspetti del Rigoletto che di solito catturano l’attenzione degli studenti?
Gli aspetti del Rigoletto che hanno catturato l’attenzione degli studenti sono quelli che loro stessi hanno scelto di raccontare nella nostra presentazione. Certamente il punto d’arrivo sarà far cogliere come il teatro musicale, attraverso l’espressione simbolica delle emozioni, ci parla della nostra stessa vita.
Quali strumenti verranno utilizzati durante la presentazione?
Durante la presentazione utilizzeremo le vignette per parlare dell’intreccio, ci saranno diapositive e brevi video, musicali e non, ma anche vari coups de théâtre con musica dal vivo a sorpresa, mentre alla termine uno psicoterapeuta dialogherà con il pubblico. Quest’ultimo aspetto mi è venuto in mente perché spesso a lezione gli studenti hanno manifestato antipatie o forti passioni per i personaggi o per alcune opere e volevo comprendere meglio di cosa si tratta.
Quali sono le aspettative dell’incontro?
Le mie particolari aspettative sono che questo incontro sia utile ad avvicinare gli studenti al mondo dell’opera, affinché si rendano conto che si tratta d’un patrimonio di valori affettivi ed emotivi che costituisce una parte importante della storia d’Europa. Vorrei anche rendere gli studenti veronesi più consapevoli di ciò che la produzione teatrale areniana offre loro, uno straordinario laboratorio dove possono trovare un’utile sinergia fra l’attività di studio e ricerca da un lato e la sua traduzione immediata nella rappresentazione teatrale dall’altro, quindi collegato anche con tutti gli aspetti di management che sempre più si rivelano importanti per la loro completa formazione. Questa occasione costituisce per me la possibilità di dimostrare che i giovani sono sempre alla ricerca di contenuti e rispondono con straordinaria capacità e generosità ad ogni sollecitazione. Questa gentile intervista per me è l’occasione di ringraziarli per tutti i consigli assennati e pertinenti, per la loro partecipazione incoraggiante.