E’ alla firma la convenzione tra la facoltà di Scienze Motorie e l’Anffas nazionale, ulteriore passo di una preziosa collaborazione che avvicina il mondo delle persone con disabilità intellettiva relazionale e le loro famiglie e quello della ricerca scientifica applicata al movimento umano, per promuovere percorsi virtuosi di promozione di stili di vita attivi attraverso le attività motorie e sportive.
Sport e disabilità. Dopo la convenzione siglata con il comitato italiano paralimpico nel 2007, questo è il secondo passo della marcia di avvicinamento della facoltà al mondo variegato e complesso delle attività motorie e sportive per persone con disabilità. La complessità è data dalla molteplicità di forme di disabilità e di discipline sportive: basti pensare che il Cip ha riconosciuto e coordina 20 federazioni e 10 discipline sportive paralimpiche per atleti ipovedenti e ciechi, con disabilità intellettivo relazionale o fisica. La collaborazione tra l’ambito accademico e quello sportivo è fondamentale sia per arricchire l’offerta formativa di attività adattate, che per promuovere ricerche finalizzate a migliorare prestazioni e benessere degli atleti italiani.
Uno studio innovativo. L’ultimo sviluppo della collaborazione con le federazioni sportive paralimpiche è la ricerca, promossa dalla facoltà di Scienze motorie in collaborazione con la facoltà di Scienze dell'educazione motoria dell'Università di Chieti e la Wayne State University, che ha coinvolto gli atleti italiani del rugby in carrozzina che hanno partecipato al torneo internazionale “Lignano Cup”, svoltosi lo scorso novembre. “Lo studio – afferma Francesca Vitali docente dell’ateneo veronese – è finalizzato ad esaminare le abilità mentali degli atleti paralimpici, ambito questo non ancora indagato in modo esaustivo. Infatti, se fin dagli anni Settanta gli studiosi di psicologia dello sport si sono interessati alla preparazione mentale degli atleti di élite, solo negli ultimi vent’anni si sono avviati studi con atleti con disabilità fisiche, e la letteratura scientifica su questo filone è ancora molto carente”. Atleti e tecnici attendono gli esiti di questo studio, che dovrebbe dare importanti e positivi sviluppi alle metodologie di allenamento anche psicologiche, consentendo di colmare il divario tecnico attualmente esistente tra i nostri atleti e quelli di altre nazioni, considerata la recente entrata del rugby in carrozzina tra gli sport paralimpici in Italia.
Stile di vita attivo. La convenzione fra facoltà di Scienze motorie, Anffas onlus e associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva o relazionale, riguarda anche l’ambito della promozione di stili di vita attivi attraverso le attività motorie e lo sport. Un settore innovativo, che vede Anffas impegnata nella difficile battaglia per incrementare le corrette abitudini di vita anche delle persone con disabilità intellettivo-relazionale, popolazione particolarmente sedentaria, anche in ragione della scarsa autonomia legata al tipo di disabilità. In questo contesto potrà essere d’aiuto anche l’esperienza della facoltà con la popolazione anziana. Da diversi anni infatti un gruppo di ricercatori coordinato da Federico Schena svolge ricerca a livello nazionale e internazionale. “La complessità dell’intervento per modificare gli stili di vita, amplificata per questa popolazione che coinvolge tutti i soggetti, sociali e istituzionali, che hanno un ruolo attivo nella presa in carico” ribadisce la professoressa Donatella Donati, referente Nazionale Anffas per il settore sport & salute “vede nelle alleanze e nella collaborazione tra associazione di famiglie, Università e sistema sanitario nazionale strumenti importanti per il raggiungimento dell’ambizioso obiettivo.”