Ciò che noi osserviamo potrebbe essere scomparso e, al contempo, migliaia di altre stelle potrebbero aver preso vita. Un viaggio indietro nel tempo per scoprire con immagini Nasa la storia del nostro Universo. Un percorso che comincia dalla Terra, il punto d’origine e finisce nel punto più distante mai osservato con i telescopi, lì dove l’Universo si è appena formato. La luce, infatti, ha una velocità limite di 300.000 Km/s, tale velocità fa sì che le informazioni nello spazio impieghino del tempo per percorre un certo tragitto. Se pensiamo che la luce proveniente dal nostro Sole impiega circa 8 minuti per giungere a noi ci rendiamo conto di come guardare verso il cielo sia guardare verso il nostro passato. Il Sole lo vediamo sempre com’era 8 minuti fa, la stella più vicina a noi (Proxima centauri) la vediamo com’era 4 anni fa, più distante osserviamo e più indietro nel tempo andiamo, lo spazio diventa tempo e il tempo spazio.
Pleiadi, Science in Communication
Pleiadi è una società che si occupa di progetti educativi rivolti sia al mondo della scuola che al mondo aziendale. Membro dell’Ecsite (The European Network of Science Centers and Museums), offre alle scuole di ogni ordine e grado attività sperimentali svolte direttamente in classe, operando su 60 aree tematiche diverse e coinvolgendo annualmente circa 40.000 studenti.
Pleiadi possiede una delle principali mostre scientifiche itineranti in Italia, con ben 35 exhibits (grandi esperimenti interattivi) e un planetario digitale. Le competenze specifiche sviluppate negli anni in ambito educational hanno permesso di costituire una divisione che sviluppa progetti per il mondo aziendale, nei quali il sapere e il contesto dell’impresa si fondono dando vita ad attività ad alto valore educativo.
Pleiadi ha fatto della comunicazione scientifica, e più in generale dell’educazione, la propria missione, sviluppando tecniche e strumenti che si allineano agli standard europei, ricordando sempre che “spiegare […] senza il sostegno di fatti concreti può assomigliare al tentativo di raccontare a qualcuno cosa sia nuotare senza mai metterlo vicino all’acqua” (Frank Oppenheimer).