L'artista è uomo unico nel suo genere, capace di fermare il tempo, fotografare un'immagine e tramutarla in forme che rimangano per sempre sotto gli occhi di tutti. Ma il tempo è difficile da piegare e spesso molto più forte. Partendo dal mistero fiorentino della “Battaglia di Anghiari” di Leonardo da Vinci, Paola Artoni, funzionario tecnico Laniac, Laboratorio di analisi non invasive su opere d'arte antica,moderna e contemporanea, dell'Università di Verona ha discusso di restauro e immortalità dell'opera artistica contro lo scorrere degli anni. “Il tempo pittore”, il 17 marzo al Museo civico di storia naturale, è stata occasione per raccontare la lotta degli artisti contro l'usura del tempo con modalità da sempre in bilico tra arte e scienza. “La storia dell'arte – ha detto Loredana Olivato, docente di Storia dell’arte dell'ateneo – non si fa più solo con le parole e la conoscenza, ma si deve fare anche con ricerche e scoperte scientifiche”.
La battaglia di Anghiari. Una delle opere più controverse di Leonardo Da Vinci è ora al centro di un acceso dibattito pubblico. Il dipinto dei primi del 500, che doveva decorare il Palazzo Vecchio di Firenze, venne lasciato incompiuto per un problema con le tecniche di realizzazione. Successivamente Giorgio Vasari ridecorò l’intero salone, non si sa se distruggendo i bozzetti leonardiani o nascondendoli sotto un nuovo intonaco o una nuova parete. Indagini molto recenti vogliono scoprire la verità su quest’opera ancora nascosta per riportarne alla luce i frammenti. Una forte controversia, dove da un lato vi è la voglia di scoprire la verità, ma dall’altro la paura di rovinare irrimediabilmente gli affreschi di Vasari. Paola Artoni è partita da queste considerazioni per tracciare un profilo della figura del restauratore, il vero ministro del tempo del nostro presente artistico, l’unico capace di riportare ad antico splendore le opere artistiche preservandole.
Il tempo pittore. Il lavoro del restauratore si basa su quattro azioni pricipali: la pulitura, la fermatura del colore, la stuccatura delle lacune e la reintegrazioni pittorica. “L’opera trattata – ha affermato la Artoni – non può essere lasciata per sempre ma bisogna mantenere la stessa composizione del lavoro originale. I materiali devono essere compatibili, riconoscibili e bisogna che ci siano interventi minimi ed essenziali”. Ma gli artisti erano consapevoli dell’azione del tempo sui loro manufatti? Sin dall’antichità si utilizzarono tecniche per impedire l’usare del tempo, espedienti che si sono via via affinati ed evoluti. Il mondo artistico si è sempre sviluppato su due concezioni differenti. “Per alcuni – ha proseguito – il tempo pittore può essere un valore aggiunto, bisogna far si che dia grazia e splendore. Per altri è vero l’opposto, l’artista deve essere un eroe antitempo contro tutto questo, capace di fermare lo scorrere degli anni e fare in modo di conservare per più tempo possibile l’integrità del suo lavoro”.