“News as changing texts” è il titolo del libro presentato alla Biblioteca Frinzi da Roberta Facchinetti, docente di Inglese avanzato per il Giornalismo dell’ateneo, e Nicholas Brownlees, docente di Lingua e traduzione inglese dell’università di Firenze, nonché esperto di storia del linguaggio giornalistico. I due autori del libro, scritto assieme a Birte Bos, docente di Linguistica inglese a Rostock, e Udo Fries, docente dello stesso corso a Zurigo, sono stati introdotti da Cesare Gagliardi, già docente di Lingua inglese dell’università scaligera. “Il testo affronta l’evoluzione e la rivoluzione della notizia da un punto di vista diacronico dai suoi primi passi nel 1600 all’odierna era dell’informazione globale”, ha spiegato Facchinetti.
Il contesto anglosassone. Il punto di partenza del libro è la notizia di cronaca giornalistica estrapolata dall’ambiente inglese e la sua relazione con gli sviluppi e i progressi che nel corso dei secoli hanno inciso sulla forma, sul contenuto e sulla struttura della notizia stessa. Facchinetti ha illustrato i vantaggi e i benefici che hanno accompagnato i suoi sviluppi con un occhio di riguardo verso la scoperta del telegrafo, prima ancora che per internet: “Con l’avvento del telegrafo le notizie raggiungono tutto il globo e ‘tempestività’ diventa la parola d’ordine. La cornice temporale di vita della notizia si restringe”.Il cablaggio atlantico finanziato dalle agenzie di stampa è stato così il primo passo verso l’informazione globale. Un’interessante parte della ricerca ha anche riguardato il cambiamento dell’uso dei pronomi nel tempo come indice del rapporto tra testata e lettori.
Le nuove tecnologie. A seguire i relatori hanno discusso della svolta epocale che vede protagoniste le immagini e le foto, sempre più presenti e in dialogo con il testo. Quando il contesto giornalistico, le tecnologie e la società sono collegati, la crescita del pubblico e dei consumatori della stampa diventa la conferma più concreta del peso che queste trasformazioni apportano nella vita di tutti i giorni. Un peso ancora maggiore è derivato dal cambiamento successivo: punta di diamante delle nuove tecnologie, nel passaggio dalla stampa ai software, “Internet ha permesso un salto in una nuova dimensione e in un modo tutto diverso di creare la notizia”, come ha affermato Gagliardi. È infatti il mezzo di comunicazione di massa che più ha contribuito ad assicurare una circolazione globale delle notizie plasmando un presente sempre più virtuale, “connesso” e tecnologico. La sua attitudine dialogica ha permesso di chiarire come non sia il testo a cambiare, ma piuttosto il canale di comunicazione ad influenzarlo con vantaggi e svantaggi.
Conclusioni. Attraverso i secoli la notizia e il suo modo di essere presentata si sono adattatati di continuo alle più disparate rivoluzioni tecniche. Dalla cronaca rigida e neutrale si è passati ai fatti raccontati da una precisa angolatura, fino alle notizie costellate di commenti, opinioni ed interpretazioni. I giornali sono stati poi integrati con sezioni e rubriche specifiche che potevano guidare il lettore nella fruizione dell’informazione proposta. Questa è stata la strada percorsa anche dalle pubblicazioni on-line nelle quali il lettore può crearsi un suo percorso virtuale assecondando le proprie preferenze. Ed infine il dubbio conclusivo degli autori: continueranno a esistere i giornali? “Mentre Internet propone brevi estratti informativi, il giornale stampato rimane tuttora il più completo ed esauriente dei canali della comunicazione” ha risposto Brownlees. Il tramonto del cartaceo appare ancora una minaccia lontana e vaga.