Il caffè per gli sportivi come gli spinaci per Braccio di ferro? Vogliono scoprire proprio questo i ricercatori dell’ateneo scaligero che, guidati da Samuele Marcora della University of Kent, daranno vita ad un progetto di studio triennale sugli effetti della caffeina sulle performance sportive e in generale sulla percezione della fatica. Per comprendere qual è la relazione sottostante, a essere studiati questa volta però non saranno soggetti presi dall’ “Olimpo degli sportivi“ ma persone comuni e, anzi, solo se sedentarie anche se in buona salute.
Il progetto. Il mai sopito interesse per questo tema dibattuto da sempre soprattutto nel mondo dello sport, ha indotto il dottorato veronese in Scienze dell’esercizio fisico e movimento umano a condurre un progetto di studio specifico sugli effetti della caffeina sulla prestazione e sulla percezione dello sforzo. Lo studio consiste nel sottoporre i volontari ad un programma di allenamento dietro la supervisione del gruppo di ricerca e nell’analisi delle risposte dei soggetti all’attività fisica quando viene loro somministrata caffeina. L’obiettivo principale è comprendere l’effettiva variazione che questa può produrre nelle prestazioni sportive dei soggetti coinvolti durante il triennio di sperimentazione. Il criterio scientifico impiegato è la Rpe (rate of perceived exertion), una misura che quantifica la difficoltà percepita durante l’attività.
Il gruppo di ricerca.Uno dei maggiori esperti mondiali sulla relazione tra percezione della fatica e performance atletica, Samuele Marcora è anche un luminare dell’Università del Kent che ha deciso, per quest’occasione di studio, di lavorare con i ricercatori di Scienze dello sport dell’università di Verona e in collaborazione con Federico Schena, docente di Scienze motorie e responsabile del dottorato di ricerca.
Come si svolgerà lo studio. Sottoposti ad accertamenti preventivi prima dell’inizio dello studio, i soggetti che prenderanno parte a questo progetto saranno impegnati per 12 settimane per un totale di 3 sedute a settimana, in cui svolgeranno attività aerobica su bicicletta. La selezione dei partecipanti si baserà sulla valutazione del loro livello di allenamento, mediante un test denominato VO2max, e su un questionario di screening patologico per la rilevazione dello stato di salute. Questo è importante per poter escludere a priori tutte le persone con sintomatologie o patologie conclamate relative al sistema cardiocircolatorio – respiratorio e disfunzioni metaboliche. Le misurazioni iniziali verranno ripetute nel corso del periodo sperimentale (a metà e alla fine del progetto) per valutare il livello dei miglioramenti verificatisi.
Chi è prezioso per questa ricerca. Il progetto non è rivolto in modo specifico al mondo dello sport ma vuole comprendere il meccanismo generale del “fenomeno caffeina”, per questo si rivolge a uomini tra i 18 e i 45 anni e donne di età compresa tra i 18 e i 55 anni che siano in buona salute ma che non pratichino sport con costanza.
Nel dettaglio. Il programma di esercizio verrà effettuato nelle strutture dell’ateneo nel Centro sportivo Gavagnin (Borgo Venezia). La partecipazione è gratuita e volontaria e chi è interessato può contattare Marco Beato per adesioni e informazioni, e-mail: beato.marco@libero.it .