“Negli ultimi anni si è assistito, nell’ambito della terapia antinfettiva, a un costante incremento delle resistenze dei batteri agli antibiotici sia nella patologia di comunità che, soprattutto, nei reparti ospedalieri. Anche nelle lungodegenze per anziani si ritrovano, con frequenza crescente, batteri multi resistenti e pan resistenti”. Così Ercole Concia, direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive del Policlinico Rossi dell’Università degli Studi di Verona, descrive le ragioni che lo hanno spinto a pubblicare la terza edizione di Terapia empirica delle infezioni batteriche, edito nel 2013 da Cortina.
“La terza edizione – spiega Concia – nasce come aggiornamento che è doveroso perché più di una cosa negli anni è cambiata, ma il punto nodale è che stiamo arrivando a un’epoca di germi multipli e pan resistenti, cioè resistenti a tutto. Fino a qualche anno fa riuscivamo ad ovviare a questo problema perché le ditte farmaceutiche continuavano a introdurre nuovi antibiotici. Da qualche anno si è verificata una brusca inversione di tendenza: le ditte farmaceutiche hanno abbandonato del tutto o in parte la ricerca sugli antibiotici. Questo ha prodotto una grande criticità”.
Qual è la ragione di questa inversione di tendenza?
Tra il 1980 e il 1990 sono stati introdotti e commercializzati 40 nuovi antibiotici, mentre nel decennio 1990 – 2000 solo 7. Una violenta inversione di tendenza dovuta a ragioni prettamente economiche. Un antibiotico usato correttamente viene impiegato per 10-15 giorni al massimo, mentre i farmaci per patologie croniche si usano per la vita e i farmaci di nicchia hanno costi molto più elevati. La questione economica, dunque, è prevalente. C’è poi una questione culturale. L’antibiotico è considerato un farmaco alla portata di ogni medico. Li usano tutti, ma non sempre nel modo corretto. Allo stesso modo i pazienti non seguono le terapie indicate correttamente.
Come far fronte, quindi, a queste carenze?
Usiamo al meglio le sostanze cha abbiamo a disposizione. La terapia antibiotica, sia essa empirica o mirata, deve essere basata su dati microbiologici, farmacologici e clinici. Le recenti conoscenze di farmacocinetica e farmacodinamica hanno consentito di ottimizzare la posologia e il ritmo di somministrazione degli antibiotici. Credo che la pubblicazione, in questo senso, dia una serie di indicazioni terapeutiche, sia sulle singole malattie sia sulla posologia e sulle modalità di somministrazione degli antibiotici. Lo stesso antibiotico è più o meno efficace a seconda della posologia e dei tempi di somministrazione. Il libro è, quindi, un abbecedario che ritengo utile per il medico, una guida per utilizzare al meglio i vecchi e i pochi nuovi farmaci sia in terapia che in profilassi.
Nel libro spazio è dedicato anche alla farmaco economia. Cosa intende?
Oggi nei criteri di scelta degli antibiotici da impiegare dobbiamo contemplare anche criteri di economicità. Non dimentichiamo che una terapia ben fatta ad un malato è farmaco economia: una buona cura consente una guarigione più rapida e una più rapida dimissione ottentendo, quindi, di abbattere i costi.