In vista dell’imminente avvio delle procedure di razionalizzazione degli Esu di Verona, Padova e Venezia, l'azienda del diritto allo studio universitario scaligera ha presentato i risultati di gestione del 2012 per evidenziare una politica gestionale attenta e fruttuosa. Nel 2012, infatti, l’Azienda è riuscita a centrare il duplice obiettivo di migliorare i servizi sotto il profilo qualitativo e quantitativo e di gestire oculatamente le risorse per contenere la spesa pubblica, come imposto dall’attuale congiuntura economica finanziaria e dalle sempre più stringenti norme statali e regionali.
Il modello Esu Verona: minori spese e maggiori entrate. L'azienda rappresenta, da questo punto di vista, un piccolo modello, avendo chiuso anche l’ultimo esercizio realizzando minori spese e maggiori entrate rispetto a quanto programmato in sede di bilancio di previsione. In particolare l’Esu ha confermato un trend in virtù del quale i costi dei servizi obbligatori di ristorazione e residenziale, che dovrebbero rappresentare un saldo negativo coperto dal contributo pubblico, tendono, invece, a essere coperti dalle entrate, riducendo di anno in anno l’utilizzo di risorse provenienti dalla Regione.
Il risparmio delle risorse pubbliche. Il saldo positivo di esercizio è pari a circa 12.500.000 euro. Di questa somma circa 9.700.000 euro sono vincolati ai lavori di ristrutturazione del complesso di Corte Maddalene, un ex monastero del 1200. Alla fine dei lavori, prevista per il settembre 2014, nel complesso edilizio saranno disponibili 116 posti letto, una sala polifunzionale ricavata nei suggestivi spazi dell’ex cantina, 7 sale studio distribuite tra piano terra e primo piano per 185 posti, una sala riunioni al piano terra, una palestra attrezzata per gli ospiti con annessi spogliatoi, un’infermeria, un’ampia sala soggiorno, un punto di accoglienza per gli ospiti e tre punti ristoro. La Regione Veneto, nel corso degli anni, ha erogato contributi per i lavori di Corte Maddalene pari a circa 5.700.000 euro tramite gli assessorati all’Istruzione e all’Edilizia Abitativa. “In un fase di inevitabile contrazione del finanziamento pubblico – spiega il presidente Domenico Francullo – l’Esu è impegnato ad “autosostenere” il costo del diritto allo studio universitario. Lo facciamo erogando servizi anche ai non aventi diritto, che, a prezzo comunque calmierato, garantiscono entrate con le quali sosteniamo le spese per i servizi obbligatori. Un modello di efficienza ed efficacia gestionale che, auspichiamo, possa essere tenuto in considerazione in sede di razionalizzazione degli Esu”.