Una sfida globale per migliorare la qualità dell’assistenza psichiatrica. È questo il tema centrale della conferenza internazionale “Improving the global architecture of mentale health care” organizzata lo scorso 2 ottobre al Polo Zanotto in onore del professor Michele Tansella, in occasione del suo pensionamento. La giornata ha preceduto la decima edizione del Congresso del Network Europeo per la valutazione dei servizi di salute mentale (european network for mental health service evaluation – Enmesh). Fino al 5 ottobre, sempre al Polo Zanotto, studiosi ed esperti internazionali si confronteranno sulle nuove sfide in ambito terapeutico, organizzativo ed economico del settore. Il network europeo è presieduto dalla professoressa Mirella Ruggeri, successore di Tansella alla direzione della Clinica psichiatrica dell’Università di Verona e del dipartimento interaziendale di Salute mentale di Verona. Francesco Amaddeo e Corrado Barbui sono i coordinatori scientifici degli appuntamenti.
Nella giornata del 2 ottobre i più noti protagonisti della Psichiatria internazionale si sono dati appuntamento a Verona per rendere omaggio al collega con cui hanno condiviso importanti ambiti di studio e ricerca che hanno determinato l'approccio e le strategie assistenziali per i problemi di salute mentale a livello globale. Il nome di Tansella è infatti legato al “Centro collaboratore Oms per la ricerca e la formazione in salute mentale e per la valutazione dei servizi” da lui fondato 26 anni fa. Da allora Verona è diventata un punto di riferimento mondiale per gli studi psichiatrici in ambito epidemiologico, biologico e genetico e della ricerca sulla qualità dei servizi sanitari di salute mentale, ambito di particolare rilievo per una effettiva presa in carico delle persone con disturbi mentali.
Dagli studi sulla farmacologia condotti con approccio critico, alla centralità dei percorsi di riabilitazione, con una forte attenzione alla dimensione etica del fare ricerca in un’ottica di servizio pubblico, il lavoro del centro scaligero ha consentito di fare un grande passo in avanti per migliorare la qualità della vita delle persone con malattie mentali e delle loro famiglie. L'esperienza veronese è stata un modello di riferimento per lo sviluppo delle strategie assistenziali raccomandate dall'Oms.
Il convegno. La conferenza internazionale organizzata dall’Università in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata e l’Ulss 20 di Verona è stata l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte e sulle prospettive future della ricerca in ambito psichiatrico. Ad inaugurare la giornata di lavori i saluti del Rettore dell’Università di Verona Nicola Sartor, il direttore generale dell’Aoui Sandro Caffi e il direttore dell’Ulss 20 Maria Giuseppina Bonavina. I lavori sono stati introdotti da Mirella Ruggeri e dal Professor Graham Thornicroft del prestigioso Institute of Psychiatry di Londra.
Prestigiosi i relatori del convegno. Da Londra Sir David Goldberg, professore emerito di psichiatria, e Peter Tyrer, docente di psichiatria all’Imperial College e direttore del “British Journal of Psychiatry”. Al convegno ha inoltre partecipato Benedetto Saraceno, già direttore della divisione Salute Mentale dell’Oms e docente di Global Health a Lisbona.
Nel corso della conferenza è stato presentato il libro dedicato a Michele Tansella dal titolo “The global challenge of improving mental health care” curato da Graham Thornicrof, Mirella Ruggeri, David Goldberg ed edito dalla casa editrice Wiley. Il libro è composto da 25 capitoli scritti da psichiatri di tutto il mondo che hanno collaborato con Michele Tansella nel corso degli anni.
Nato a Bari il 2 ottobre 1942, Michele Tansella si è laureato nel luglio1966, con una tesi intitolata. ‘Le modificazioni elettroencefalografiche da psicofarmaci. Contributo clinico-sperimentale’. Allievo di Antonio Balestrieri dopo un periodo di formazione a Londra all'Istituto di Pisichiatria dell'Università, dal 1970 Tansella ha svolto la sua attività nell'Università di Verona ed è stato preside della facoltà di Medicina e chirurgia dal 2006 al 2012. Ha reso noti a livello internazionale i servizi di salute mentale di Verona e il suo modello è stato esportato in molti Paesi. Dal 1970 ad oggi ha formato 350 psichiatri e ha pubblicato più di 300 articoli scientifici, oltre 100 capitoli di libri e ha curato numerose monografie e volumi alcuni dei quali tradotti in molte lingue.
Nel 1979 ha dato vita al registro di casi psichiatrici di Verona ancora oggi attivo. Ma la tappa più importante del suo percorso è segnata dal 23 febbraio 1987 quando, sotto la sua guida, la sezione di Psichiatria e la sezione di Psicologia Clinica del dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità dell’università di Verona furono ufficialmente designate, Centro collaboratore dell’organizzazione mondiale della sanità (Oms). Dal febbraio di quell’anno, il Centro di Verona diretto da Tansella ha mantenuto questo ruolo all’interno dell’Oms, rivestendo incarichi di prestigio e collaborando a progetti che hanno influito sulle politiche sanitarie in termini di salute mentale su scala internazionale. Nel 1996 il Centro Oms di Verona ha cambiato nome divenendo ufficialmente “Centro collaboratore Oms per la ricerca e la formazione in salute mentale e per la valutazione dei servizi”. La denominazione sottolinea l’ambito specifico di collaborazione che il Centro di Verona ha con l’importante istituzione sanitaria con sede a Ginevra, ambito che si coniuga con la tradizione di studi condotti fin dagli anni Settanta del secolo scorso da Michele Tansella, assieme al nutrito gruppo di suoi allievi e collaboratori.
Oggi il Centro di Verona è costituito da sei unità di ricerca, coordinate da Mirella Ruggeri, Christa Zimmermann, Francesco Amaddeo, Corrado Barbui, Paolo Brambilla e Lorenzo Burti. Ciascuno di questi gruppi, a nome dell’Oms, ha l’obiettivo di raccogliere, analizzare e diffondere informazioni scientificamente valide su vari argomenti (dalla genetica psichiatrica agli studi di imaging funzionale, dalla psicofarmacologica alla valutazione dei servizi e alle tecniche comunicative con il paziente), preparando documenti scientifici e di politica sanitaria da utilizzare nelle varie nazioni, soprattutto nei cosiddetti Paesi in via di sviluppo.