Creare un percorso di continuità e orientamento tra studi superiori e universitari e sviluppare un modello di riferimento nazionale pensato per tutti gli studenti che intendono conoscere le strutture dei vari atenei e i possibili sbocchi lavorativi. Questi sono alcuni degli obiettivi che il progetto quadro per l’orientamento si è posto fin dal 2007 e che è stato presentato dai curatori e dagli attori protagonisti. Il progetto, finanziato dalla fondazione Cariverona, ha coinvolto 43 istituti scolastici delle province di Verona, Vicenza e Belluno, le università di Verona, Padova, Venezia e lo Iuav.
Il progetto si è basato su un’intensa attività di ricerca e elaborazione di dati e questionari per raccogliere le opinioni degli studenti. Su questo punto l’iniziativa si è avvalsa della collaborazione dell’ateneo, tramite il Cide, Centro interdipartimentale di documentazione economica. “ Il centro è nato nel 2002 – ha dichiarato Alberto Roveda del dipartimento di Scienze Economiche – con lo scopo di raccogliere e gestire banche dati, ma offre anche attività di consulenza per analisi dati e progetti anche in collaborazione con il mondo accademico e territoriale. Offre, inoltre, la possibilità di stage per universitari e studenti della scuola secondaria che possono svolgere corsi utili per gestire l’utilizzo dei dati e conoscere in prima persona tutte le attività del centro”. Il controllo della qualità dei dati e la preparazione dei questionari sono risultati fondamentali per le attività di monitoraggio che hanno evidenziato esiti incoraggianti. “Hanno aderito al progetto 1772 studenti di quarta e quinta superiore, 51 docenti e un terzo delle scuole di Verona, Vicenza e Belluno – ha affermato Federica Barzi , esperta di elaborazione dati e indagini – . A Verona il 64% degli studenti decide di proseguire gli studi e il 54% di quelli che hanno deciso di andare all’università ha aderito alle iniziative del progetto contro il 25% di chi invece non ha partecipato. Il 33% degli studenti beneficiari si è dichiarato interessato alle attività proposte dal progetto, il 21% è stato motivato e si è detto conscio dell’offerta formativa proposta nelle varie università”. La ricerca ha anche evidenziato alcuni limiti: nell’epoca del web 2.0 e dei social network servono esperti che sappiano veicolare le informazioni per agevolare lo studente. Per reperire le informazioni oggi è ancora molto utilizzato il cartaceo mentre per il web c’è ancora molto da lavorare. “Il progetto – ha concluso Barzi – ha prodotto effetti interni al sistema della formazione per cui le scuole sono state motivate a sviluppare nuove modalità di organizzazione. Rinnovare questo progetto può portare a nuove e proficue situazione tra cui incontri tra studenti in fase post-diploma e studenti già laureati o lo sviluppo di percorsi di accompagnamento formativo individuale. Per realizzare questi obiettivi, però, sono necessari investimenti di medio e lungo termine oltre a iniziative di monitoraggio per valutare se le iniziative proposte hanno un effettivo riscontro”.
Le considerazioni di alcuni degli attori coinvolti. “Sono orgoglioso di fare il punto della situazione di questo progetto – ha affermato Francesco Sabella, dirigente dell’Ufficio IV dell’Usr Veneto – l’obiettivo era di orientare i ragazzi nel loro percorso formativo e nelle scelte che li porteranno all’università. Un orientamento che è avvenuto in classe ma anche tramite esperienze che hanno permesso ai ragazzi di scoprire le proprie attitudini perché il successo scolastico si accompagna a un successo professionale”. “Verona è il centro pulsante del progetto – ha aggiunto Giovanni Pontara già dirigente dell’ufficio scolastico provinciale – Scegliere un percorso di studi significa dare concretezza a un progetto di vita che interessa non solo gli studenti ma ha un riverbero anche sul contesto sociale. L’orientamento è un’azione strategica di sostegno per la scuola e l’università”. Nel corso della giornata sono intervenuti Marta Consolini, esperta di Orientamento che ha presentato un aggiornamento delle linee guida generali in ambito di orientamento formativo volute dal Ministro dell’Istruzione Carrozza e Sara Romiti del servizio valutazione Invalsi che ha spiegato il perché è necessario investire sul capitale umano.
23/12/2013