Teoria queer e rapporti di genere. Questo il tema della conferenza “Queer Negativity: Anti-Sociality, Jouissance and the Death Drive" che si è tenuta venerdì 6 maggio nella sala conferenze del Museo civico di Storia naturale. Protagonista Lee Edelman, professore di letteratura inglese alla School of Arts and Sciences dell'università di Tufts del Massachusetts, per la prima volta ospite in Italia. L’evento è stato organizzato dal centro di ricerca Politesse, Politiche e teorie della sessualità del dipartimento di Filosofia, Pedagogia, Psicologia di Ateneo. Ad introdurre e moderare l’incontro Lorenzo Bernini, ricercatore in Filosofia politica, responsabile scientifico di Politesse e autore di "Apocalissi queer: Elementi di teoria antisociale".
Edelman è una delle voci più provocatorie e influenti della teoria queer statunitense, con il suo libro "No Future: Queer Theory and the Death Drive" ha suscitato un ampio dibattito internazionale sulle cosiddette teorie queer antisociali. La teoria queer si diffonde a partire dagli Novanta negli Stati Uniti come interrogazione critica dei rapporti che legano sessualità e politica. Sulla scia degli studi filosofici di Michel Foucault, la teoria queer problematizza i concetti di identità sessuale e identità di genere considerati come costrutti sociali, prodotti di una stratificazione storica.
“Il fatto che in Italia i miei libri e il mio campo di studi – ha commentato Edelman – non abbiano ancora trovato ampio spazio credo dipenda in parte dalla loro recente diffusione e in parte dalla resistenza di una cultura fondata su una concezione tradizionale di famiglia. Il vostro Paese ha involontariamente contribuito allo sviluppo della teoria queer, così come la conosciamo oggi, con una figura intellettuale del calibro di Pier Paolo Pasolini, ma la portata rivoluzionaria delle sue idee non poteva essere compresa a pieno nell’Italia del secondo dopoguerra”. La teoria queer è stata anche oggetto di critica nel mondo scientifico, rimproverata di non avere alcun fondamento bio-genetico. Edelman ha chiarito con puntualità anche questo passaggio. “È vero che la teoria queer non può essere considerata scienza intesa come dimostrazione neuro-biologica della sessualità. È piuttosto la scienza dell’interpretazione della cultura". In questo senso il discorso di Edelman si inserisce nel più ampio panorama della dialettica tra natura e cultura dove la prima è intesa come prodotto della seconda.
"L'originalità di Edelman – ha aggiunto Bernini – consiste nell'invito che rivolge ai movimenti LGBT di non cercare un riscatto, ma di abbracciare al contrario la negatività sociale che rappresentano. Di avere la consapevolezza e il coraggio del proprio essere appunto "negativi", "antisociali", addirittura "cattivi" (bad). E' un pensiero perturbante, che ci riporta alle origini della filosofia: anche Socrate, in fondo, fu condannato a morte dai suoi concittadini di Atene con l'accusa di voler corrompere i giovani".
10.06.2014