Una riflessione sulle industrie per la produzione di energia idroelettrica nel territorio veronese e una ciclo-escursione guidata lungo i luoghi della ricerca condotta. Questi sono stati i momenti centrali della quinta edizione “Energita” che si è tenuta venerdì 13 e domenica 15 giugno. Nell’occasione è stato presentato il progetto di ricerca “Il sistema integrato 'irriguo elettrico' veronese di derivazione atesina vicende storiche e prospettive di valorizzazione socio culturale” promosso dall’università di Verona e Agsm Energia. Marco Passigato, mobility manager dell’ateneo, ha sottolineato l’importanza di queste esperienza, “’un’opportunità di far conoscere gli impianti idroelettrici sconosciuti ai più, consentendo di affezionarsi al territorio e di goderlo da vedute nuove, oltre che fare rete con altri enti per attirare le attenzioni di cittadini e universitari al temi della sostenibilità ambientale ed energetica”.
Venerdi sera, ad aprire l’evento è stata la presentazione del progetto di ricerca condotto da Erika Bossum, dottoressa di ricerca, con la supervisione di Daniela Zumiani, docente di Storia dell’architettura dell’ateneo. Nel corso dei tre anni di studio, la Bossum ha analizzato il patrimonio industriale veronese concentrandosi sulle antiche derivazioni atesine urbane e periurbane tra Pilcante (Trento) e Zevio per la produzione di energia idrica. In seguito all’intervento si è ragionato su come integrare il sistema delle centrali idroelettriche con un percorso ciclabile lungo le sponde dell’Adige che colleghi Verona, San Giovanni Lupatoto, Zevio e San Martino Buon Albergo.
Nella mattinata di domenica è poi partita l’escursione per ammirare dal vivo i luoghi oggetto della ricerca condotta. Una trentina di persone interessate al tema hanno percorso un tragitto di circa 20 chilometri visitando le centrali Agsm di Tombetta, Colombarolo di Palazzina e Sorio Vecchia di Enel a San Giovanni Lupatoto.
18.06.2014