Educazione, istruzione, conoscenza e pensiero. Ecco i concetti chiave dell'incontro che si è tenuto il 13 ottobre in ateneo in apertura al ciclo di conferenze su "Educazione, cultura e bene comune" organizzato del collegio universitario “don Nicola Mazza” in collaborazione con l'ateneo . La relatrice Luigina Mortari, direttore del dipartimento di Filosofia, pedagogia e psicologia ha spiegato come “L’educazione è a rischio perché negli ultimi anni è stata messa ai margini dalle istituzioni e dalla classe intellettuale italiana a differenza di quanto è stato fatto, per esempio, negli Stati Uniti. Forse è proprio perchè l’educazione se fatta bene è un rischio ed è per questo che si cerca di relegarla ai margini”. L’evento è stato Mario Longo, ordinario di Storia della filosofia di ateneo.
All'incontro "L''educazione a rischio o il rischio dell’educazione” erano presenti il rettore Nicola Sartor che ha sottolineato l’importanza di iniziative di questo genere aperte a studenti, insegnanti e alla cittadinanza proprio per la natura quotidiana dei temi trattati. Tra i relatori anche il direttore generale di ateneo Giulio Coggiola Pittoni, Suor Germana Canteri, promotrice degli incontri, Sergio Cau, portavoce del consiglio degli studenti.
Luigina Mortari richiamando le teorie di Hannah Arendt e Richard Feynman ha chiarito la differenza tra il significato di istruzione e quello di educazione, conoscere e pensare. L’educazione permette all’individuo la distinzione del bene dal male, mentre l’istruzione appartiene alla classe delle nozioni che un individuo può apprendere. La conoscenza fornisce risposte alle domande scientifiche mentre ci sono quesiti che non hanno risposta e sono le domande sull’esistenza senza le quali la cultura si fermerebbe proprio perché non ci sarebbe pensiero. L’educazione si deve occupare della virtù che consente di vivere bene e la virtù che concede di stare con gli altri. Non si parla di sapere, anche se non bisogna fermare la scienza. Occorre porre il problema di un’educazione che accompagni lo sviluppo del sapere scientifico con lo sviluppo della sapienza necessaria affinché lo si possa gestire. L’ultima mezz’ora è stata riservata alle domande del pubblico, che ha mostrato vivo interesse fino alla fine.
15.10.2014
La Redazione