Ivan Camponogara, dottorando del dipartimento di Scienze neurologiche e del movimento dell’università di Verona, si è aggiudicato lo “Young Investigator Award”.
Il lavoro, “Sound feedback removal modulates the perceptuo-motor recalibration after the treadmill walking”, presentato il 26 maggio nell’ambito del 6° congresso sulle neuroscienze Neurizons 2015 “Notes of an orchestrated brain”, tenutosi al Max Planck Institute di Göttingen in Germania, è stato condotto con la supervisione di Paola Cesari, docente di Analisi del movimento e controllo motorio del dipartimento di Scienze neurologiche e del movimento, e si è avvalso della collaborazione di Marco Carner e Daniele Marchioni del reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Borgo Trento e di Luca Turchet, ricercatore presso l’università di Aalborg a Copenaghen.
Un prestigioso riconoscimento internazionale per Camponagora, onorato sia per il lavoro dai contenuti innovativi, sia per l’organizzazione generale della presentazione: chiarezza, linearità e capacità di coinvolgere il pubblico presente. Tra gli ottanta lavori proposti, solo i migliori dieci sono stati presentati in forma di comunicazione orale: Ivan vince lo “Young” per migliore esperimento ed esposizione.
La ricerca. “Lo studio – spiega Camponogara – dimostra che i suoni prodotti dalle azioni che compiamo hanno un ruolo fondamentale sui gesti in termini di equilibrio e stabilità. La mia ricerca analizza la stabilità posturale di giovani non udenti dalla nascita, ai quali, dopo pochi mesi dal parto, è stato impiantato un sistema cocleare, una sorta di orecchio artificiale elettronico in grado di ripristinare la percezione uditiva. L’esperimento condotto evidenzia che la stabilità, misurata dopo una camminata su treadmill, è influenzata dal sistema cocleare e si modifica a dispositivo spento: non sentire il suono dei propri passi, modifica l’equilibrio. Questo si verifica a causa di un conflitto tra memoria percettiva e percezione del movimento. Mancando un’informazione sensoriale, il conflitto viene a ridursi, determinando un’alterazione della stabilità posturale”.
“Si tratta di un risultato importante – commenta Paola Cesari – in quanto apre nuove possibilità di diagnosi e intervento terapeutico per i disturbi percettivo-motori. Le ripercussioni che derivano dalla ricerca testimoniano l’importanza dell’applicazione di stimoli di natura sonora per il controllo dei movimenti e permettono di sviluppare strumenti per ridurre i tempi di apprendimento uditivo-motorio in persone con protesi”.
15/06/2015