Sinergia tra la comunità universitaria e la cittadinanza il 2 dicembre in occasione dell’inaugurazione del Polo Santa Marta dell’università di Verona. Dopo l’apertura ufficiale del 33esimo Anno Accademico, il taglio del nastro e la visita ai nuovi spazi universitari, l’ateneo ha organizzato un incontro culturale aperto alla cittadinanza e realizzato in collaborazione con la comunità studentesca per condividere nuovi spazi e nuove idee. A partire dalle 18, nell’aula T6 del nuovo Polo universitario, alla presenza del rettore Nicola Sartor e della presidentessa del Consigli degli studenti Jenny Romeo, sono stati presentati la mostra e il libro dedicati alla Santa Marta. “Santa Marta. Storie e percorsi in mostra”, esposizione curata da Maria Luisa Ferrari, docente di Storia Economica di ateneo è un viaggio alla riscoperta dell’area di Campo Marzo e dell’edificio della Provianda Santa Marta, dalla sua originale funzione produttiva fino agli attuali lavori di recupero edilizio e alle sue nuove funzioni. “Santa Marta. Dalla Provianda al campus” è, invece, il titolo del libro curato da Valerio Terraroli, docente di Museologia e critica artistica e del restauro, con il contributo di numerosi docenti dell’ateneo.
Il percorso espositivo "Santa Marta. Storie e percorsi in mostra" conduce il visitatore a una riscoperta dell’area di Campo Marzo e dell’edificio della Provianda di Santa Marta, dalla sua originale funzione produttiva fino agli attuali lavori di recupero edilizio e alle sue nuove destinazioni d’uso. In stretta connessione si articola e si intreccia il tema del pane e del nutrimento dei militari in tempo di pace e soprattutto di guerra. Con questa mostra l’ateneo di Verona desidera raccontare e raccontarsi grazie a un edificio restaurato con forte impegno e dedizione, che diventa oggi un nuovo spazio per accogliere conoscenza, innovazione e sperimentazione, aperto alla comunità universitaria, alla città e al territorio. Con strumenti multimediali sono, inoltre, proposte immagini e letture di diari o lettere raccolte presso l’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano che tratteranno con diverse connotazioni il tema pane e guerra. La mostra si sviluppa nelle tre corti del piano interrato e si articola in una parte storica e una contemporanea suddivise in otto sezioni e due percorsi. La mostra è aperta, con ingresso gratuito, dal 3 al 23 dicembre e dal 7 al 15 gennaio 2016, dalle 10 alle 17, dal lunedì al venerdì. Dal 18 gennaio, dal lunedì al venerdì l’orario sarà dalle 8 alle 19.30. a partire da questa data saranno, inoltre, atttivi tutti i servizi della Biblioteca economica Santa Marta. L’esposizione e l’edificio resteranno chiusi dal 24 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016. A breve saranno disponibili giorni e orari in cui si potranno svolgere visite guidate accompagnati da studenti.
Il libro. “Santa Marta. Dalla Provianda al campus” corredata dalla fotografie di Mauro Fiorese, tratta di una parte rilevante della storia di Veronetta, inquadrando l’intervento austriaco e le successive vicende dell’edificio nel più ampio contesto storico e geografico del quartiere. Nel libro viene analizzata l’evoluzione della destinazione d’uso del fabbricato, da indirettamente militare a esclusivamente culturale e formativo. Questa trasformazione ha anche un grande valore simbolico e può essere vista come metafora dei progressi che hanno caratterizzato la recente storia europea. Lo stabilimento della Provianda di Santa Marta, il K. K. Militär – Verpflegsetablissement, fu edificato tra il 1863 e il 1865 per garantire la sussistenza di un corpo d’armata, di 100 mila uomini a costi contenuti. La localizzazione della provianda era stata determinata da varie ragioni: l’ampia disponibilità di spazi, la protezione garantita dalla cinta magistrale e, soprattutto, il collegamento diretto con la ferrovia e la vicina Stazione di Porta Vescovo. Lo stabile principale di 5 piani, di cui uno interrato, era di considerevoli dimensioni e all’avanguardia da un punto di vista tecnologico. Assolveva alle funzioni di produzione di pane e gallette, mediante vari macchinari azionati dalla forza del vapore, inoltre fungeva da deposito dei vari generi di sussistenza. Due grandi silos gemelli, situati a breve distanza, erano destinati allo stoccaggio dei cereali. In un edificio attiguo si trovavano i mulini mossi da una macchina a vapore. L’opificio era in grado di produrre fino a 65.500 razioni di pane, ciascuna del peso di 890 grammi, corrispondenti a 5.800 quintali al giorno. Già operativa con gli austriaci, con l’unificazione nel 1866 la Provianda non perse né ruolo né importanza tanto da essere indicata come il quarto panificio militare d’Italia. La Provianda è giunta ai giorni nostri con pochissime trasformazioni rispetto all’edificio originale.
Maggiori informazioni su www.univr.it/polosantamarta
3.12.2015