È stato presentato l’11 ottobre, in Biblioteca Vanzetti di palazzo Giuliari il progetto “Ponte – dall’università alla creazione di imprese sociali” organizzato da Mag Verona – Economia sociale e finanza etica, in partenariato con i dipartimenti di Scienze umane e di Scienze economiche dell’università di Verona. Il percorso, condotto da docenti dell’ateneo veronese ed esperti di Mag è stato esteso a 30 giovani universitari/e, cui verrà fornita gratuitamente formazione, consulenza e accompagnamento per l’avvio di imprese sociali. Tra le richieste, il 60% è donna, mentre i progetti spaziano dalle nanotecnologie all’accoglienza dei migranti.
L’aumento di richieste ha portato gli organizzatori ad ampliare il numero di adesioni: sono infatti 30 i neolaureati che potranno seguire il percorso formativo di 48 ore suddivise in 12 incontri. Le lezioni, frontali ma anche in modalità di laboratorio, inizieranno il prossimo 28 ottobre negli spazi di Santa Marta. “Servono imprese con un reale contenuto etico, – ha affermato Luca Zarri, docente di Politica Economica all’università di Verona – per rispondere all’enorme vuoto di fiducia generato dalla crisi. Una risposta concreta arriva dal non profit, anche grazie all’approvazione recente della legge delega sul Terzo settore, che dovrebbe liberare le risorse di questo ambito in modo che diventi protagonista del sistema economico. Il valore aggiunto di questo corso sta nell’unire il sapere teorico alle competenze pratiche e nel prevedere l’accompagnamento a un gruppo di progetti d’impresa fino al loro avvio, un altro aspetto spesso carente”.
“La disoccupazione giovanile – ha proseguito Paolo Dagazzini, responsabile dell’area progetti di Mag Verona – non risparmia gli universitari anche nel nostro territorio, certamente più fortunato rispetto ad altri contesti. Favorire la nascita di imprese sociali è quindi un’opportunità concreta di nuova impresa e occupazione, dato che a fronte di una crisi ormai di lungo corso l’economia sociale ha retto meglio e continua a generare lavoro. Mag ha pensato perciò di offrire ai giovani gli strumenti per tradurre competenze e desideri in percorsi di vita e di lavoro, che rispondano al desiderio di autoimpresa ma anche al bisogno di essere significativi per il contesto sociale in cui si vuole operare. A oggi abbiamo ricevuto 21 richieste di adesione, e spicca la presenza femminile. La metà ha già in mente un progetto dettagliato, spaziando in diversi settori, quali le nanotecnologie, l’allevamento della pecora brogna, l’accoglienza dei migranti, l’agricoltura biologica, la didattica, i servizi alla prima infanzia e agli studenti”.
“Sostenere interventi formativi di questo genere – ha concluso Adriano Tomba, segretario generale di Fondazione Cattolica Assicurazioni – è una risposta concreta. È necessario rimettere al centro dell’economia un’etica generativa, a fronte di una visione ingegneristica che mira solo alla massimizzazione del profitto. Dobbiamo ripartire dall’impresa sociale, la cui identità è di rispondere ai bisogni. Per un giovane laureato credo che sia un’impresa di senso per scrivere il futuro”.
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12.10.2016