C’è un lavoro firmato università di Verona tra i sei vincitori della “Call for projects 2016” di AriSla, fondazione italiana di ricerca per la Sla, sclerosi laterale amiotrofica, che ha investito 876.378 euro in progetti di ricerca per la lotta a questa patologia. Lo studio è stato presentato da Raffaella Mariotti, ricercatrice di Istologia di ateneo ed è intitolato “L’utilizzo di esosomi derivati da cellule staminali mesenchimali come nuovo approccio terapeutico per la sclerosi laterale amiotrofica”. Secondo la commissione scientifica internazionale, il lavoro di Mariotti ha le potenzialità per far progredire la conoscenza scientifica sulla Sla, al fine di ottimizzare il trasferimento dei risultati della ricerca al paziente e introdurre nuove soluzioni terapeutiche. Grazie a un finanziamento di 141.750 euro, per i prossimi 24 mesi, la ricercatrice potrà portare avanti gli studi su un nuovo approccio terapeutico per la sclerosi laterale amiotrofica che si basa sull’effetto neuroprotettivo degli esosomi,piccole vescicole derivati da cellule staminali.
La Sla è una malattia neurodegenerativa progressiva incurabile che determina la morte selettiva dei motoneuroni. Il progetto, di ricerca di base, ha come scopo quello di valutare il possibile utilizzo terapeutico nella Sla degli esosomi rilasciati da cellule staminali mesenchimali adipose. "L’effetto benefico delle cellule staminali – spiega Mariotti – è probabilmente mediato dal rilascio di vescicole extracellulari, come gli esosomi appunto, che contengono molecole (proteine e Rna), che giocano un importante ruolo nella comunicazione inter-cellulare. Gli esosomi hanno, infatti, la capacità di ricapitolare l'effetto delle cellule staminali, raggiungendo il sito di lesione e modificando l’espressione genica locale”.
Studi precedentemente pubblicati dal gruppo di ricerca coordinato da Mariotti hanno, infatti, dimostrato l’effetto neuroprotettivo degli esosomi in un modello in vitro di Sla (il modello utilizzava la linea cellulare di motoneuroni NSC34), limitando la morte dei neuroni a seguito di un danno ossidativo. Obiettivo della ricerca, finanziata da Fondazione AriSla, è quindi quello di dimostrare che anche nel modello animale la somministrazione di esosomi, derivati da cellule staminali mesenchimali ottenute da tessuto adiposo, sia in grado di riprodurre tale meccanismo ovvero di ritardare la progressione della malattia, la perdita delle capacità motorie e la degenerazione dei motoneuroni.
Gli studi saranno condotti nel modello murino SOD1(G93A), uno dei modelli animali maggiormente utilizzati per lo studio di questa malattia, con l’obiettivo di valutare l’effetto benefico e la localizzazione degli esosomi in seguito alla loro somministrazione. Il contenuto degli esosomi, inoltre, sarà caratterizzato per capirne i meccanismi d'azione e migliorare il loro possibile utilizzo terapeutico.
I risultati ottenuti da tali studi permetterebbero un possibile utilizzo degli esosomi come nuova potenziale futura terapia per la Sla, evitando le conseguenze imprevedibili che la terapia cellulare può dare.
27.01.2017