Sarà l’università di Verona a ospitare le qualificazioni nazionali della nuova edizione della Philip C. Jessup International law moot court competition, la più grande simulazione processuale al mondo. L'evento, a cui l'ateneo partecipa dal 2014, si terrà dal 15 al 18 febbraio al polo Santa Marta e nella sede del dipartimento di Scienze giuridiche. Il caso di quest’anno affronta questioni giuridiche relative allo sfruttamento delle risorse naturali, alla tutela del patrimonio culturale e alla protezione dei rifugiati.
L'iniziativa, giunta alla sua 58esima edizione, è organizzata dall'International law students association, Ilsa e patrocinata dal Ministero degli esteri. Si tratta di una simulazione di un processo tra Stati dinanzi alla Corte internazionale di giustizia, l’organo giudiziario delle Nazioni unite. Ogni squadra prepara le memorie orali e scritte, assumendo sia la toga dell’attore che quella del convenuto. Studenti provenienti da ogni parte del mondo hanno la possibilità di analizzare, nell’ambito del caso oggetto di studio elaborato dall’Ilsa, questioni sostanziali e procedurali di diritto internazionale. Nella serata del 17 febbraio, alla presenza del rettore Nicola Sartor e di altre cariche istituzionali, saranno proclamate le università finaliste che, il giorno successivo, si confronteranno per rappresentare l'Italia alla competizione internazionale, in programma in primavera a Washington D.C.
La squadra veronese, composta da Tina Daniela Culeac, Giulia Davi, Luca Tronconi, Michela Sartori ed Elena Zumerle, è coordinata da Enrico Milano, professore di Diritto internazionale all'università di Verona, coadiuvato da Marco Comencini, Giulia Vernizzi e dall'avvocatessa Sondra Faccio. Hanno contribuito con impegno alla ricerca e alla stesura delle memorie, anche altri studenti: Jacqueline Akrofi, Francesco Bresolin, Salvatore Nucera e Luca Pesavento.
Partecipare all'iniziativa è un’occasione di grande prestigio e un’opportunità di crescita per gli studenti che possono affrontare temi sensibili al di fuori del contesto della lezione accademica e sviluppare abilità che li renderanno competitivi nel mondo professionale. Potranno perorare una causa, in lingua inglese, in presenza di arbitri esperti e autorevoli, sperimentando così le dinamiche del lavoro di gruppo e, soprattutto, imparando un metodo di ricerca utile alle tecniche della professione forense.
18.01.2017