“Cercare mondi”, ma soprattutto trovarli. Lo scorso agosto, con il nuovo interferometro “Virgo” costruito in provincia di Pisa grazie alla collaborazione di diversi gruppi di ricerca europei, è stato possibile individuare l’origine di un lampo gamma con un livello di precisione fino ad allora impossibile. L’interferometro italiano, dispositivo che rileva le onde gravitazionali provenienti dall’universo, insieme ad altri due rivelatori statunitensi, permette infatti, tramite triangolazione, di individuare il punto d’origine dei fenomeni registrati. È solo una delle novità di cui ha parlato Guido Tonelli durante la conferenza “Cercare mondi ai confini della conoscenza” del 20 ottobre al polo Zanotto, organizzata dall’associazione Amici della biblioteca capitolare in collaborazione con l’ateneo. Tonelli, uno dei protagonisti dell’esperimento del Cern di Ginevra che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs, ha accompagnato il folto pubblico dell’aula magna in un viaggio fra galassie e buchi neri, dalle particolarità degli elettroni alla forma dell’universo.
Alcune domande accompagnano il cammino dell’uomo fin dall’antichità. Da dove veniamo? Da dove arriva tutto quello che ci circonda? Guido Tonelli, insieme ai suoi colleghi scienziati, prova a rispondere a questi interrogativi. “Immaginiamo soluzioni con la libertà dei bambini e il sostegno del metodo scientifico”, ha affermato il fisico.
Parole come “interferometro”, “bosone di Higgs” e “antigravità” possono spaventare a primo impatto, ma Tonelli ha invitato a non lasciarsi intimorire. “Vorrei rimuovere la barriera fra gli scienziati e chi non è esperto. È possibile comprendere ciò che la fisica moderna conosce senza bisogno di usare equazioni”. Tonelli è infatti molto attento all’aspetto divulgativo del proprio lavoro di ricercatore. Spesso, lamenta lo scienziato, i suoi colleghi accettano di parlare al vasto pubblico solo per cercare consenso e finanziamenti, ma c’è un altro punto di vista, meno strumentale e più antropologico. “Ogni società avverte la necessità di collocarsi nel mondo”, ricorda Tonelli. Ne sono testimonianza i racconti sulle origini, comuni a tutte le società. La nostra idea di mondo è costruita dalla scienza moderna, che con il metodo galileiano continua a rimettersi in discussione. “La cultura del Novecento è segnata da continue rotture e la scienza produce continui cambiamenti che investono anche le relazioni sociali e fra gruppi. Far capire questo concetto lo considero un dovere”.
Guido Tonelli compie la propria missione con esempi pratici, collegamenti con l’attualità e dimostrazioni semplici e chiare, strumenti alla portata di tutti. Dal successo dell’esperimento che ha coinvolto l’interferometro italiano, alla precisazione della differenza fra i concetti di “vuoto” e “nulla”, Tonelli ha analizzato con il pubblico un’altra delle domande più antiche. Cosa sappiamo della fine dell’universo? La scoperta del bosone di Higgs ha rivoluzionato le teorie sul futuro del nostro universo.
Risposte certe per il momento non esistono, ma Tonelli non se ne preoccupa e ha concluso l’intervento con un mandato ai giovani. “La nostra generazione di scienziati è stata molto fortunata. Quelli che ci hanno preceduto hanno impiegato cento anni per scoprire le onde gravitazionali, noi non dobbiamo essere presuntuosi. Saranno i giovani ad avere la possibilità di andare avanti e contribuire a nuove scoperte”. Portando un’esperienza personale, Tonelli ha dato un ultimo consiglio. “Io non avevo in programma di fare il ricercatore, ho capito quanto sia bello quasi per caso, ma è importante incontrare i maestri giusti. Gli insegnanti sono persone importanti, ti possono tirare fuori qualcosa di grande. L’aspetto fondamentale però rimane la passione per ciò che si fa, che sia il falegname, il disegnatore o lo scienziato”.