Esperti da tutto il mondo si sono riuniti, dal 18 al 20 giugno al Polo Santa Marta, per la conferenza annuale intitolata “Jan Tinbergen european peace science conference” organizzata dall’associazione europea Network of european peace scientists (NEPS).
Nel corso della tre giorni di convegno, Roberto Ricciuti, docente di Politica economica in ateneo e tra gli organizzatori dell’evento, ha presentato i primi risultati di una ricerca, da lui condotta, sulla guerra cibernetica: “Si tratta di un campo ancora poco studiato”, ha spiegato Ricciuti, “ ma i primi risultati ci dicono che lo scontro in armi tra Stati viene progressivamente sostituito o affiancato dalle guerre cibernetiche per la conquista di dati, l’arma con cui si bloccano i sistemi informatici dell’avversario. Un contesto in cui Cina e Russia vanno conquistano una posizione di sempre maggiore rilievo. Il risultato più visibile di queste trasformazioni sta nell’aumento dei conflitti civili, interni agli Stati anche grazie alla ricerca di supremazia cibernetica, che ormai si aggiunge ai tradizionali schemi di confronto armato. Un fenomeno su cui, tuttora, esistono dati piuttosto frammentari”. Ricciuti ha affermato, inoltre, l’importanza di un approccio interdisciplinare per questi temi. La pace, infatti, deve essere studiata in relazione alle migrazioni, ai cambiamenti economici e a quelli climatici, deve essere affrontata considerando la società e i fenomeni che la caratterizzano e in base agli individui che la popolano.
Pace, però non significa solo assenza di guerra, come spiega Raul Caruso, docente dell’università Cattolica del Sacro Cuore e coordinatore dell’associazione NEPS, anche vincitore nel 2014 del Manas Chatterji Award per la ricerca sulla pace economica e sulla scienza della pace: “Per arrivare ad una pace reale si deve agire da più prospettive, da più punti di vista, c’è bisogno di analizzare le sue forme e i suoi cambiamenti per riuscire a comprenderla in modo completo. Solo così sarà possibile raggiungerla”.
L’associazione NEPS accoglie studiosi, esperti e docenti di varie discipline come economia, politica, matematica, sociologia, che si impegnano a far diventare la pace un oggetto di studio. In Italia, ad esempio, non esistono docenti specializzati in questo orizzonte di studio, creando un vuoto istituzionale e culturale su quest’argomento.