Un convegno interdisciplinare che ha coinvolto docenti ed esperti di storia delle istituzioni e delle dottrine politiche, storia dell’età contemporanea, politologia e giurisprudenza, per fare il punto sulla figura del Presidente del Consiglio dei ministri. Questo il focus degli incontri che, dal 20 al 22 febbraio, si sono tenuti nell’aula Messedaglia del chiostro di Santa Maria delle Vittorie con il coordinamento scientifico di Leonida Tedoldi, docente di Storia delle istituzioni politiche d’ateneo, e la collaborazione del dipartimento di Scienze umane e della Società per lo studio della storia e delle istituzioni.
Il convegno era stato organizzato per fare chiarezza sull’evoluzione del ruolo del Presidente in centocinquant’anni di Stato italiano e raccogliere gli autorevoli interventi in un volume che colmi un vuoto nella ricerca, a oggi priva di “un lavoro storico-politologico-giuridico – ha spiegato Tedoldi – di lunga durata su quest’organo, che indirizza la politica generale, amministrativa e non solo, dello Stato”.
“È un argomento difficile – ha aggiunto il coordinatore – perché la figura del Presidente del Consiglio dei ministri è circondata da un alone di indefinitezza e ha scarse funzioni rilevanti, anche dal punto di vista costituzionale. Tra i ruoli più importanti sicuramente quello con le istituzioni europee, perché è il Consiglio che, di fatto, governa l’Unione Europea”.