Si è tenuto venerdì 6 dicembre nell’aula Bragagnolo di Scienze motorie il convegno “Vigili del fuoco e attività fisica: evidenze scientifiche e prospettive future”. Il seminario si inserisce nell’ambito di una collaborazione, avviata nel maggio del 2018, tra il dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento e il Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Verona.
L’accordo quadro si propone di progettare e realizzare studi e ricerche scientifiche che, attraverso la raccolta di dati mirati a valutare il dispendio energetico del vigile del fuoco, monitorano lo stato di salute ed efficienza degli interventi di soccorso delle squadre di primo intervento. Gli altri punti su cui si definisce la collaborazione riguardano l’attuazione di momenti di formazione universitaria e post-universitaria di carattere tecnico, scientifico e divulgativo.
Questo primo convegno nasce dall’esigenza di offrire un incontro di caratura scientifica e al contempo esplicativo, che spazia dalla preparazione fisica agli sviluppi futuri della professione del vigile del fuoco, toccando diversi ambiti di indagine in una visione stereoscopica. Una disamina a tutto tondo per un mestiere che si caratterizza principalmente per l’imprevedibilità. Per diminuire al minimo i rischi occorre quindi una preparazione adeguata e una formazione continua.
Al convegno hanno partecipato un centinaio di pompieri provenienti da Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Valle D’Aosta e Lazio, e molti studenti delle lauree magistrali in Scienze motorie. Gli interventi, centrati sui temi della fisiologia, della prevenzione delle malattie cardiovascolari, della psicologia e dell’economia, sono stati accompagnati da dimostrazioni pratiche, come il test di valutazione funzionale, a cui si sono sottoposti i Vigili del fuoco. Una misura per valutare il metabolismo, la frequenza cardiaca e le sollecitazioni a cui è esposto il corpo durante il lavoro.
“Il convegno nasce dall’interesse del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento verso ogni forma di attività fisica, comprese quelle che si svolgono all’interno dell’attività lavorativa, come accade ai Vigili del fuoco”, ha detto Federico Schena, direttore di Scienze motorie dell’ateneo.
Nicola Micele, comandante dei Vigili del fuoco di Verona, ha aggiunto: “Gli obiettivi del convegno sono identificare i fattori di rischio dell’attività del vigile del fuoco rispetto alle sollecitazioni fisiche, e individuare percorsi virtuosi attraverso la collaborazione con l’università”.
Grazie alla collaborazione tra Vigili del fuoco e università, l’ateneo ha svolto nel corso dell’anno numerosi esperimenti sullo sforzo e il dispendio energetico osservando l’attività dei Vigili del fuoco. “Dai test è emerso un netto sbilanciamento dei turni diurni rispetto a quelli notturni; di giorno i Vigili del fuoco sono più attivi e questo può fornire diversi spunti di sviluppo per l’organizzazione del turno di servizio”, ha spiegato Cantor Tarperi, docente al dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento, aggiungendo che “il vigile del fuoco è come un atleta che non sa quando dovrà giocarsi la partita della vita”.