Il 10 febbraio si celebrerà il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime dei massacri delle foibe. L’ateneo darà omaggio alla giornata con la conferenza “Da Oberdan a Vergarolla: logiche della violenza alla frontiera adriatica”, che si terrà giovedì 13 febbraio, alle 17.30, in aula T.1 del polo Zanotto. Ospite dell’incontro Raoul Pupo, docente di Storia contemporanea all’università di Trieste e tra i massimi conoscitori dell’esodo giuliano-dalmata e dei massacri delle foibe.
Dopo i saluti istituzionali di Olivia Guaraldo, delegata del rettore al Public engagement, introdurrà e coordinerà l’appuntamento Renato Camurri, docente di Storia contemporanea dell’ateneo. Seguirà l’intervento di Raoul Pupo, che ha dedicato diverse pubblicazioni all’esodo istriano e ha ricostruito le vicende storico-politiche delle popolazioni coinvolte. È stato anche uno dei promotori della revisione della storiografia relativa ai massacri delle foibe e all’esodo giuliano-dalmata, due temi in precedenza poco esplorati dagli storici accademici italiani, collocando tali fenomeni nella più ampia categoria interpretativa di “stragi iugoslave” e nella storia di lungo periodo delle aree del confine orientale la cui storia è stata in varie fasi caratterizzata dall’uso della violenza.
Nella strage delle foibe sono stati coinvolti militari e civili, in larga parte italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia. Gli eccidi sono avvenuti in due fasi precise: nell’autunno del 1943 e nella primavera del 1945. Al massacro delle foibe è seguito l’esodo giuliano-dalmata, con l’emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dai territori del Regno d’Italia prima occupati dall’esercito di Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia.