Nuova vita per il cinema Ciak, sala cinematografica del quartiere di Veronetta chiusa ormai da 10 anni, attraverso “RiCiak – Cinema di comunità” promosso dall’associazione Vive Visioni. A sostenere il progetto entra in campo anche l’università di Verona che ha firmato un accordo quadro della durata di 3 anni per sviluppare tutte le potenzialità di valorizzazione del patrimonio culturale e di rigenerazione del contesto urbano in cui è inserita.
Diverse le azioni che saranno portate avanti: promuovere e coordinare attività formative e informative rivolte a pubblici non accademici: diffondere, anche all’interno della comunità universitaria, finalità e iniziative del progetto “RiCiak”; sviluppare la ricerca nell’ambito delle arti comunicative; promuovere programmi di formazione negli ambiti della presente convenzione; organizzare eventi, seminari, laboratori, convegni e altre iniziative di divulgazione culturale.
Per l’ateneo i referenti sono Riccardo Panattoni, direttore del dipartimento di Scienze umane, Alessandra Cordiano, docente di Diritto privato, e Olivia Guaraldo, docente di Filosofia politica e delegata del Rettore per il Public engagement.
“Il progetto Riciak – dichiara Panattoni – vede il recupero dell’ex cinema come opportunità per ripristinarne il valore sociale e culturale, nonché per restituirgli quel ruolo fondamentale che ha sempre avuto all’interno della vita comunitaria del quartiere Veronetta. L’Università ritiene infatti strategica la collaborazione con l’associazione Vive Visioni per promuovere progettazione culturale, innovazione e rigenerazione del contesto urbano, in un’ottica sempre attiva di public engagement: parte essenziale della terza missione d’Ateneo. Si tratta di un ulteriore tassello che si va ad aggiungere alla composizione del più ampio progetto denominato “Contemporanea”, che attraverso attività formative rivolte alle giovani generazioni e proposte culturali aperte alla città, intende promuovere la diffusione sempre più ampia dei saperi e la creazione di momenti essenziali di partecipazione pubblica. Con questo progetto il Polo di Santa Marta rappresenterà sempre di più non solo uno spazio fondamentale della vita universitaria, ma anche un Centro di propulsione culturale aperto a tutta la cittadinanza”.