Ci si chiede spesso se esista un modo femminile di fare le cose, anche le più violente come combattere. Questa riflessione è stata al centro del webinar ‘Dalla vita si misero fuori’: parole e azioni di donne nella Resistenza”, che si è tenuto il 22 aprile, in occasione del 76° anniversario della Liberazione. L’incontro, promosso dal Centro di studi politici Hannah Arendt, sesto appuntamento del ciclo di seminari “Oltre il governo e la sovranità. Verso nuove istituzioni della politica”, ha voluto proporre una lettura della Resistenza dal punto di vista del protagonismo femminile.
Ad aprire l’incontro, moderato da Olivia Guaraldo, docente di Filosofia politica, delegata del rettore al Public engagement e direttrice del Centro, i saluti istituzionali della prorettrice Donata Gottardi, che ha sottolineato come il tema della Resistenza non debba essere relegato alla sola analisi storica e storiografica, bensì serbi in sé l’urgenza bruciante dell’attualità.
Hanno preso la parola Elvira Roncalli, docente del Carroll College in Montana negli Stati Uniti, e visiting scholar del centro Arendt, e Cesare Panizza, docente di Storia contemporanea dell’ateneo veronese.
A unire gli interventi di entrambi, e il successivo momento di riflessione comune con i panelists e gli spettatori, è stata la citazione tratta da una poesia di Teresa Viganò che recita “Dalla vita si misero fuori”, reclamando con questo fuori un nuovo statuto politico compiuto per le donne della Resistenza. Quando le donne storicamente sono state relegate alla sfera privata del sostegno alla vita, sono state private di una vita ulteriore che si mostra, arendtianamente parlando, in azioni e parole pubbliche, politiche.
La Resistenza allora diventa un momento di apertura storica per il dischiudersi di nuovi spazi nei diritti civili, per le donne e non solo. Da qui la necessità di ricordare, per pensare attivamente il nostro presente.