Il Comune di Verona, con il progetto Steps, Shared Time Enhances People Solidarity (“Il tempo condiviso migliora la solidarietà tra le persone”), si è aggiudicato il bando europeo Urban Innovative Actions, per la categoria “cambiamento demografico”, con un finanziamento di quattro milioni di euro per tre anni. Tra i partner l’università di Verona, il Comune di Verona e altre realtà attive sul territorio comunale: AterVerona, Aribandus cooperativa sociale, Cauto cooperativa sociale, Energie sociali cooperativa sociale, Mag, cooperativa sociale, Consorzio Sol.Co e Associazione impresa sociale FabLab.
Steps è uno degli undici progetti selezionati tra più di duecento proposte presentate nell’ambito del programma promosso dalla Commissione europea, che scommette su idee creative e sperimentazioni innovative da trasformare in archetipi da testare in ambienti urbani. Il contesto è la terza circoscrizione di Verona che comprende la zona Stadio, Borgo Milano, Saval e Chievo. Un territorio densamente abitato e con il maggiore numero di anziani: scelto come campione indicativo della comunità cittadina. Obiettivo del progetto è il miglioramento della qualità della vita della popolazione veronese a partire dal contrasto alla solitudine, condizione esistenziale trasversale, ma ancora poco studiata. Nello specifico, ricercatori, amministratori, operatori sociali e assistenziali e tutti i professionisti e le professioniste, che a vario titolo collaborano al progetto, si occuperanno di individuare e fornire misure efficaci da adottare per fronteggiare la solitudine dei residenti. Saranno creati spazi e occasioni di socializzazione attraverso la valorizzazione di alcuni luoghi del quartiere. Creando un “indice della solitudine” i ricercatori indagheranno questo fenomeno dal punto di vista economico, psicofisico, socio-relazionale per prevenire e ostacolare i suoi effetti. L’idea è, quindi, quella di generare pratiche che possano diventare strumenti per i cittadini, nell’ottica di un’autogestione della cittadinanza, per le dimensioni dello stare bene, inteso come benessere e salute, dell’abitare, del sostentamento e della mobilità.
Centrale, in questa sperimentazione di azioni complementari, il ruolo dell’ateneo rappresentato dal dipartimento di Scienze Economiche con il coordinamento di Federico Perali, docente di Economia politica, dallo spin off Ell, Economics Living Lab, e dal dipartimento di eccellenza di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento con la supervisione scientifica di Federico Schena, docente di Scienze dello sport. L’obiettivo è quello di creare servizi, prodotti e infrastrutture sociali che rispondano ai bisogni della comunità, particolarmente colpita dall’emergenza sanitaria, secondo le indicazioni provenienti dalle rilevazioni economiche, sociali e statistiche svolte sul campo.
“L’obiettivo – spiega Schena – è quello di creare risorse organizzative per migliorare la vita in una interlocuzione costante con il territorio. Il dipartimento di Scienze economiche individuerà tutta una serie di azioni che, partendo dal contrasto della solitudine, possano avere effetti benefici sulla spesa pubblica e sul welfare; ciò verrà realizzato partendo da un’osservazione degli aspetti economici e sociali che caratterizzano questo territorio e, per fare ciò verranno disegnate delle mappature specifiche e portate avanti delle indagini statistiche ad hoc. Rilevante in questo progetto è anche l’attenzione riposta sul mantenersi attivi, in particolare per la popolazione anziana e sulla salute come scelta consapevole delle persone”.
Il dipartimento di Scienze economiche contribuisce con le proprie conoscenze sia nella misurazione del benessere e della povertà di bambini e anziani sia nel disegno e nell’attuazione di politiche economiche e sociali a livello delle comunità locali e nazionale. “Il perseguimento di questo obiettivo – precisa Perali – non sarebbe possibile senza una stretta collaborazione con il Comune e i partner del progetto. Questo è un fatto nuovo e saliente che speriamo possa portare alla definizione e attuazione di politiche efficaci nel contrastare le nuove povertà indotte dalla pandemia, prestando particolare attenzione alla povertà di relazioni particolarmente sentita dalle persone sole”. “Al riguardo – precisa una nota ufficiale del Comune – il nostro ufficio Statistica ha da poco concluso la preparazione del questionario che studia le condizioni di vita delle famiglie della Terza Circoscrizione e costruito un campione rappresentativo. La somministrazione, che partirà nel mese di giugno, godrà anche del supporto e della partecipazione diretta di molte realtà della zona. L’obiettivo è di raggiunge il maggior numero possibile di residenti per cui saranno utilizzati anche luoghi di grande passaggio per avere una copertura capillare”.
Il Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento ha una comprovata esperienza nella prevenzione primaria e secondaria delle patologie correlate all’invecchiamento. Da più di trent’anni si occupa di invecchiamento attivo attraverso il progetto “La Salute nel Movimento” e da circa dieci anni sono state avviate collaborazioni con partenariati europei, tra cui spicca Eip on Aha, European Partnership on Active and Healthy Ageing, programma che si occupa di fragilità nell’anziano, attività motoria e alimentazione. Si è pensato quindi di dare vita a un’iniziativa nell’ambito del progetto il cui titolo cita una canzone-poesia di Francesco Guccini. “Un vecchio e un bambino si presero per mano” è pensato per proporre attività motoria per gruppi di popolazione anziana fragile con il coinvolgimento dei bambini. “Lo scopo – aggiunge Carlotta Chiari referente organizzativa dell’iniziativa – è quello di stimolare i nonni sedentari attraverso la presenza di nipoti attivi, nella prospettiva del movimento, delle genealogie, dell’intergenerazionalità e della trasmissione del sapere”.
Tutto questo va ad implementare e arricchire attività già in essere sulla promozione del benessere e della qualità di vita. L’Università trova quindi piena collocazione in questo progetto.