Da sabato 25 settembre, l’aula C della Lente didattica del Policlinico di Borgo Roma è diventata l’aula Luciano Vettore.
Si è, infatti, tenuta la cerimonia in ricordo del professor Vettore, scomparso il 18 gennaio 2020. La targa è stata scoperta alla presenza di Domenico De Leo, presidente della scuola di Medicina e Chirurgia, dei familiari del professore, dei docenti Roberto Leone e Giovanni Pizzolo, di Carlo Rugiu, presidente dell’Ordine dei Medici di Verona, Alessandro Mazzucco, presidente della Fondazione Cariverona e già rettore dell’ateneo di Verona, Gianni Pettenella e di numerosi altri amici e allievi che hanno voluto partecipare per ricordarlo. Nei prossimi mesi si terrà anche il convegno, già in programma, ma rimandato a causa dell’emergenza Covid-19, dedicato a Vettore.
“Il ricordo non si esaurisce con la scopertura della targa”, ha spiegato, infatti, De Leo, “era già in programma un convegno in memoria, rimandato purtroppo a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Non avrebbe senso farlo a distanza, in quanto il nostro desiderio è di condividere in presenza i ricordi legati a colui che è stato maestro della pedagogia medica italiana, straordinaria figura di formatore professionale per generazioni di medici. Ci tenevamo, però, a fare intanto la cerimonia di intitolazione dell’aula prima dell’avvio delle lezioni, in modo che già da questo semestre studentesse e studenti possano svolgere attività didattica nell’aula Luciano Vettore”.
Vettore, già ordinario di Medicina interna e presidente del corso di laurea in Medicina e Chirurgia in ateneo, è stato una delle figure di riferimento culturale che ha caratterizzato e contrassegnato con la sua azione la vita della scuola veronese di Medicina nelle ultime decadi. Di origine veneziana, aveva seguito Giorgio De Sandre da Trieste per approdare infine alla Patologia medica di Verona. Fu uno degli artefici della disseminazione di una serie di saperi che, originando dalla Medicina interna, hanno poi dato vita alle Sezioni e Scuole di specialità di Ematologia ed Oncologia medica.
Il tratto più distintivo, che ne caratterizzò costantemente l’azione, fu la consapevolezza del ruolo “alto” del dovere di diffondere il sapere. Approfondì e fece scoprire a molti la Pedagogia medica, la scienza che studia il modo in cui i meccanismi di apprendimento si concretizzano per andare a costituire il bagaglio tecnico permanente di ciascuno.
Dapprima come presidente della Commissione per la Didattica e poi come presidente di corso di laurea, pionieristicamente in Italia, già sul finire degli anni Ottanta, introdusse la didattica tutorale come metodo essenziale per la progressione culturale degli studenti. Venne così a trasformarsi il vecchio concetto della lezione frontale “ex cathedra” come unico mezzo di trasmissione del sapere, per approdare all’idea dell’apprendimento “a piccoli gruppi”, con la simulazione dei casi clinici e l’approfondimento mirato della nozioni sulla base dell’auto-riconoscimento e dell’autoconsapevolezza delle proprie lacune. Era un sistema innovativo ed efficace che Verona per prima adottò e perseguì negli anni; sistema che il professor Vettore, come presidente della Conferenza dei presidenti di corso di laurea in Medicina e Chirurgia, riuscì insieme ad altri a diffondere in tutte le università italiane.