Lo studio dei diari inediti di Giuseppe Antonio Borgese, intellettuale italiano antifascista, esule negli Stati Uniti, fra gli anni Trenta e Quaranta, sarà il tema della ricerca di cui si occuperà Ilaria De Seta, studiosa che ha vinto il bando per un assegno di ricerca promosso dal dipartimento di Culture e civiltà e da Nica Borgese, figlia dello scrittore e di Elisabeth Mann, figlia più giovane di Thomas Mann. I diari inediti, conservati a Firenze, costituiscono, infatti, un documento molto importante, per ricostruire la vita e il pensiero di Borgese.
Lo studio si inserisce tra le attività che il Center for European Studies dedica al tema dell’esilio intellettuale tra le due guerre e si svolgerà sotto la direzione scientifica di Renato Camurri, docente di Storia contemporanea e direttore del Centro.
Il progetto vuole fare luce sulla collaborazione di italiani, europei e americani, focalizzando l’attenzione su Giuseppe Antonio Borgese, in America dal 1931 al 1952, sulle attività a stampo politico e sui rapporti con alcune figure di particolare interesse negli Stati Uniti (Thomas ed Elisabeth Mann) e in Italia (Benedetto Croce, Arnoldo e Alberto Mondadori), alla luce dei suoi Diari inediti, dieci quaderni manoscritti, redatti principalmente in lingua inglese, custoditi nella Biblioteca umanistica dell’Università di Firenze, di cui si prepara la pubblicazione.
“Tutto parte da una domanda”, spiega De Seta, “la cui risposta spiegherà le ragioni e porterà a superare la lunga damnatio memoriae di Borgese: perché non è stato considerato un esule, parte della diaspora ai tempi dell’Europa totalitaria? Per rispondere a questo interrogativo bisogna fare un passo indietro e chiedersi perché un intellettuale affermato, e non apertamente antifascista, come Borgese fu spinto a lasciare l’Italia. I motivi sono per certi versi molto chiari, ma nello stesso tempo ancora oggi considerati non sufficienti per parlare di esilio: non fu mandato al confino, non fu estromesso dal proprio Paese, non gli fu impedito di soggiornarvi. Ma le condizioni in Italia erano diventate per lui invivibili a partire dal memoriale redatto nel 1928 da Gaudenzio Fantoli, rettore del Politecnico di Milano, che lo accusava di tradimento per la posizione assunta nel lontano 1918 relativamente alla questione dei confini orientali. Al memoriale seguirono esclusioni, intimidazioni e violenze. Quando Lauro De Bosis, liberale antifascista che insegnava oltreoceano dal 1926, gli propose di andare come Visiting Professor per un semestre all’Università di Berkeley, Borgese accettò”.
La ricerca prevede come attività la trascrizione e traduzione in italiano dei dieci quaderni manoscritti contenenti i Diari americani inediti di Borgese, la definizione dell’apparato critico paratestuale dei diari, la preparazione delle note al testo, la stesura dell’introduzione al testo e infine la stesura della nota biografica dell’autore e della bibliografia critica.