La storia dell’antico Lazzaretto di Verona, opera cinquecentesca dell’architetto veronese Michele Sanmicheli, e ora bene gestito dal Fai, il Fondo per l’ambiente italiano, è al centro del volume Il Lazzaretto di Verona. Storia di un monumento cittadino, curato da Patrizia Basso, Daniela Bruno, Gian Maria Varanini e Matteo Annibaletto, e pubblicato per il FAI da Skirà. Il libro è stato presentato dai curatori mercoledì 8 giugno, nella sala convegni del palazzo della Gran Guardia.
Il Lazzaretto di Verona. Storia di un monumento cittadino, è stato presentato a tutta la cittadinanza e alla comunità scientifica in un incontro pubblico in cui sono intervenuti, dopo i saluti dell’assessore alla Cultura, alle politiche giovanili e alle pari opportunità del comune di Verona Francesca Briani, Ilaria Borletti Buitoni, vice presidente FAI, il direttore del dipartimento di Culture e civiltà dell’università di Verona Arnaldo Soldani, i curatori del volume, e poi Guido Beltramini, direttore del Palladio Museum, oltre che Barbara Gallavotti, giornalista, autrice e divulgatrice scientifica, e la presidente dell’associazione Amici del Lazzaretto di Verona, Annamaria Conforti.
Opera collettiva e multidisciplinare scaturita dalle ricerche di 22 studiosi, il volume consegna alla città un ricco patrimonio di inedite ricerche sul Lazzaretto di Verona e il suo contesto territoriale. Naturalisti, geografi, archeologi, storici delle istituzioni, della società e dell’economia, dell’arte e della medicina, dell’architettura e della letteratura approfondiscono, analizzano e ricostruiscono – nella prima e unica pubblicazione sino a oggi integralmente dedicata a questo monumento, con un ricco apparato iconografico, appendici con utili confronti e originali documenti, e una bibliografia dettagliata – le vicende plurisecolari di un edificio che, seppur geograficamente periferico per ragioni sanitarie, è stato centrale nella storia della città di Verona, di cui testimonia capitoli significativi e anche drammatici – primo tra tutti la peste del 1630, ma anche l’esplosione del 1945, in cui persero la vita 30 veronesi – , tanto da possedere un valore identitario ed essere tuttora oggetto di un’affezione diffusa.
Sull’onda di questo convincimento, e di questo sentimento, nel 2014 il Comune di Verona ha affidato al FAI il recupero del monumento per la sua valorizzazione. La fondazione ha subito avviato, con fondi propri, un primo cantiere di lavori per la bonifica dai residui bellici risalenti alla Seconda Guerra Mondiale (quando il Lazzaretto era divenuto deposito di munizioni) e per lo sgombero delle macerie conseguenti all’esplosione che ne aveva segnato rovina e abbandono definitivi. Il Lazzaretto ha cominciato presto a svelarsi nei resti architettonici e negli apparati decorativi cinquecenteschi, che aprivano squarci inediti sul progetto originario, sul suo funzionamento nel tempo e sulla vita quotidiana che vi si svolgeva all’interno. Così, accanto al “cantiere del restauro” si è aperto sin da subito un “cantiere della conoscenza”, in cui il FAI ha coinvolto l’università di Verona: insieme, le due istituzioni hanno coordinato un lungo e complesso progetto di ricerca, volto alla conoscenza per la valorizzazione del territorio, che ha visto collaborare studiosi di varie discipline, tra cui giovani ricercatori sostenuti da borse di studio istituite dalla fondazione a questo scopo.
Questa pubblicazione è il risultato concreto di quel lavoro, e il suo valore non sta soltanto nell’offrire per la prima volta una lettura e uno studio puntuali ed esaustivi su un importante monumento – il più grande lazzaretto d’Italia dopo quelli di Milano e di Venezia, nonché uno dei meglio conservati in Europa -, ma anche nell’aver riunito come in un “patto” diverse anime della società civile, di quella Repubblica che secondo l’articolo 9 della Costituzione promuove la ricerca e tutela paesaggio e patrimonio: Comune, Soprintendenza, Università e una fondazione privata come il FAI – che a Verona opera attraverso i cittadini, volontari della sua delegazione – hanno collaborato in piena sinergia, costituendo un modello esemplare.
Oggi il Lazzaretto è stato riconsegnato dal FAI al Comune di Verona: il cantiere di restauro purtroppo si è interrotto per la mancanza dei fondi necessari, ma un’associazione di cittadini, “Amici del Lazzaretto”, ne ha preso in pieno carico la tutela e la valorizzazione, perché non si disperdano i benefici di un’esperienza comunque positiva, cui il FAI ha dato il proprio contributo culminato nella pubblicazione delle ricerche che saranno necessario fondamento di qualunque ulteriore iniziativa per l’auspicato completo recupero del monumento.
Contributo ufficio stampa FAI