Il 23 gennaio scorso, nella cantina cooperativa La-Vis di Trento, si è tenuto il terzo appuntamento dei Solution Hub, il ciclo di incontri nell’ambito del progetto Prima Agricompet mirato al coinvolgimento attivo dei rappresentanti delle principali realtà cooperative vinicole nazionali, ovvero cantine sociali, per individuare i fattori di successo, le maggiori sfide affrontate e future e co-creare con esse possibili soluzioni. Tutto questo allo scopo di rafforzare la competitività delle PMI agroalimentari attraverso strategie condivise ed una maggiore consapevolezza dei punti di forza e debolezza del sistema cooperativo.
Il gruppo di ricerca formato da Günter Schamel, docente di Economia del vino alla Libera università di Bolzano, Giulia Gastaldello, ricercatrice dell’ateneo bolzanino, Angelo Zago, docente di Economia politica dell’università di Verona, e Umberto Nizza, ricercatore di Economia politica dell’ateneo scaligero, si è riunito assieme a 13 portavoce delle principali cantine sociali di Alto-Adige, Trentino e Veneto e del loro organismo di riferimento, Confcooperative, per individuare gli indicatori più efficaci nel monitoraggio delle performance di una cooperativa e gettare le basi delle successive attività di ricerca. L’attività ha previsto un primo momento di riflessione individuale circa la propria realtà, seguito da un confronto in piccoli gruppi per unire le esperienze e raggiungere una lista di indicatori comuni. Infine, i risultati dei singoli gruppi sono stati discussi tra tutti i partecipanti.
Il ruolo chiave delle performance economiche nella valutazione dell’operato della cooperativa è stato il minimo comun denominatore tra i gruppi, in particolare la remunerazione dei soci, il fatturato, gli utili e gli investimenti, benché siano emersi anche indicatori diversi come l’accuratezza previsionale del budget, il numero di mercati raggiunti, la quota del prodotto in magazzino rispetto alla produzione o la quota di vendite in fasce di prezzo più elevate. Inoltre, la discussione ha fatto emergere anche una varietà di indicatori di natura qualitativa come il grado di soddisfazione dei soci (anche in termini di servizi offerti dalla cooperativa), il numero di nuovi ingressi, lo sviluppo di nuovi progetti interni (ad esempio, progetti di qualità) e la capacità della cooperativa di raggiungere obiettivi strategici. Un ruolo chiave a tal proposito viene riconosciuto al consiglio d’amministrazione il quale, secondo i partecipanti, deve saper pensare strategicamente ed affrontare momenti di criticità.
Parte del pensiero strategico è anche la transizione verso una maggiore sostenibilità, sia ambientale che sociale ed economica; un processo che deve essere adeguatamente sostenuto e guidato anche assicurando lo sviluppo di un adeguato quadro normativo Europeo. Infine, un altro fattore caratterizzante sembra essere la forza del legame tra socio e cooperativa, particolarmente favorito in alcune regioni poiché profondamente legata alla storia del territorio.
Successivamente sono state illustrate le sezioni chiave del questionario che sarà sviluppato dal gruppo di ricerca dell’università di Bolzano e Verona, il quale comprenderà diverse misure quantitative volte a caratterizzare diversi modelli di governance e di business, l’organizzazione commerciale, la dinamica del rapporto con i soci, oltre agli elementi di sfida e le opportunità. Una prima versione dell’indagine, che avrà luogo nei prossimi mesi, verrà inizialmente testata con i partecipanti del prossimo Solution Hub ponendosi l’ambizioso obiettivo di includere cantine sociali anche da altre parti d’Italia.
Il prossimo appuntamento si terrà in una nota cantina del territorio del Soave per proseguire il ciclo di incontri previsti dal progetto. Gli incontri successivi entreranno poi nel vivo del processo di co-creazione di soluzioni alle principali sfide affrontate dalle cooperative vinicole attraverso la metodologia sviluppata dal Massachusetts Institute of Technology: la teoria U (o U Theory). Come precedentemente anticipato, i risultati dei T svolti dagli altri paesi partner del progetto – Francia, Spagna, Grecia e Turchia – consentiranno poi un confronto a tutto campo con altre realtà del panorama agroalimentare mediterraneo permettendo così di formulare strategie mirate per una maggiore competitività.