Terminata la prima parte del progetto, costituita da un corso dedicato alla formazione di docenti universitari sulle tematiche del Service Learning, con un focus sulle persone migranti e i rifugiati politici, prende ora il via la seconda parte, che si concentrerà su un corso per studentesse e studenti, in programma il 23 e 28 settembre, e sull’ideazione di progetti di Service Learning da realizzare sul territorio della nostra città.
Nel 2022 le persone che hanno richiesto l’asilo in Italia sono state 173.589, in buona parte provenienti dall’Ucraina. Ancora oggi, la crisi in Ucraina continua e le esigenze di protezione delle persone costrette a fuggire perdurano. Proprio per questo, la proroga della protezione temporanea per rifugiate e rifugiati provenienti dall’Ucraina, garantita dall’Unione Europea, è stata estesa fino a marzo 2024, come stabilito dalla Commissione il 10 ottobre scorso.
Sin dall’inizio del conflitto, istituzioni e organizzazioni non governative italiane e internazionali hanno tempestivamente agito per garantire che le persone in fuga potessero accedere a tutti i loro diritti, e che il loro arrivo in Italia potesse essere supportato per assicurare loro un’accoglienza dignitosa e per potenziare i percorsi di integrazione.
In questo contesto si colloca il progetto che l’università di Verona sta realizzando sul territorio: l’obiettivo è da un lato sensibilizzare docenti e studenti e creare consapevolezza sul tema delle persone che migrano, con un’attenzione particolare ai rifugiati; dall’altro, far emergere i bisogni delle persone che arrivano e far sì che siano proprio studenti e docenti insieme a ideare soluzioni e proporre interventi che verranno poi realizzati a livello locale nella nostra città: è questo il cuore della metodologia educativa del Service Learning.
In questo senso, i momenti più significativi sono due: il corso docenti, appena concluso, e il corso per gli studenti, che si terrà il 25 e il 28 settembre 2023. Al termine di questa fase di formazione, un gruppo composto da docenti e studenti selezionati viaggerà in Irlanda, per presentare i progetti di Service Learning selezionati per essere realizzati a docenti e studenti dell’Università di Galway.
Il corso per studenti
Nelle giornate del 25 e del 28 settembre si terranno due incontri del corso intitolato “Processi di inclusione e integrazione a supporto degli studenti con background migrante”, all’interno del progetto “Competenze trasversali”, rivolto agli studenti e alle studentesse iscritte ad ogni corso di laurea.
Non solo lezioni frontali o dibattito in aula: chi partecipa al corso deve far emergere e raccogliere i bisogni di migranti e rifugiati, ma soprattutto ideare e proporre possibili azioni che vadano a beneficio della comunità.
Per questa ragione il corso non sarà tenuto solo da docenti universitari, ma anche dall’associazione One Bridge to Idomeni, onlus veronese che lavora sulla rotta balcanica in supporto alle persone migranti e che da un anno ha attivato sul territorio veronese un Community Center per le persone che transitano sul nostro territorio. L’ONG si occuperà di raccontare agli studenti come funziona un’associazione, come è organizzata, quali sono le sfide e le difficoltà che ogni giorno deve affrontare e, soprattutto, racconterà quali sono i bisogni delle persone che ad essa si rivolgono. Lo scopo è quello di far capire agli studenti la complessità del fenomeno migratorio e soprattutto sollecitare domande come “Cosa posso fare io in prima persona?”.
Al termine del corso, come prova finale, ogni studente sarà chiamato a proporre una propria idea di azione umanitaria da realizzare sul territorio della nostra città, per contribuire al lavoro che One Bridge to Idomeni e tante altre associazioni già svolgono. Infine, tre studenti, come anticipato, saranno selezionati per presentare la propria idea l’8 novembre presso l’Università di Galway, in Irlanda, al cospetto di tutti i partner europei del progetto.
“Obiettivo ultimo di questo corso, ma anche di questo progetto”, conclude Alessandra Cordiano, referente del Rettore per la Sostenibilità sociale, “è proprio quello di far sapere agli studenti che lo studio non è semplicemente memorizzazione di concetti, ma serve ad avere un impatto concreto e positivo sulla realtà”.