I libri non sono solo in grado di trasportarci in altre realtà e di coinvolgerci in storie che non sono le nostre, ma sono anche capaci, durante questo processo, di produrre benessere e nutrire la nostra salute nell’ottica del prendersi cura..
Ed è proprio il concetto che sta alla base della biblioterapia, termine coniato nel 1916 da Samuel Crothers per indicare “l’utilizzo creativo e ragionato dei libri per raggiungere obiettivi grazie alla guida o l’intervento di un facilitatore”.
Dal 2022 all’università di Verona è attivo, primo in Italia, il Centro di ricerca interdipartimentale in biblioterapia il cui obiettivo è quello di studiare questa disciplina in tutte le sue applicazioni, collaborando con altri atenei, italiani ed europei.
Per capire meglio il mondo della biblioterapia abbiamo intervisto Federica Formiga, docente di Storia del libro e di Editoria contemporanea e responsabile del Centro interdipartimentale di ricerca in biblioterapia che di recente ha organizzato al polo Santa Marta il convegno “Libri e benessere: la biblioterapia nelle biblioteche e a scuola”
- Professoressa Formiga, che cosa si intende per biblioterapia?
Innanzitutto, distinguiamo biblioterapia clinica da biblioterapia dello sviluppo. La prima è utilizzata da personale di area sanitaria, psicologi e psichiatri, oppure personale non medico supervisionato. La seconda è lo strumento dei professionisti di area umanistica: educatori, bibliotecari, counselor, insegnanti, filosofi, coacher, operatori socio-culturali. Mentre i primi intervengono laddove c’è una condizione patologica, i secondi lavorano con la popolazione sana alle prese con le difficoltà insite nell’esistenza, stimolando le loro potenzialità e la capacità di osservare sé stessi e la vita in modo differente. Questo avviene attraverso il materiale letterario, rappresentato non solo dai romanzi, ma da qualsiasi strumento narrativo: dalla poesia al fantasy, ripartendo dal racconto per giungere all’albo illustrato, senza disdegnare graphic novel e manga. La differenza tra un’attività culturale e la biblioterapia è che la prima ha come obiettivo il libro (o qualsiasi altro materiale letterario), mentre nella seconda il libro è lo strumento per raggiungere uno o più obiettivi individuati a seconda dei bisogni degli utenti. Nello specifico, il modello di biblioterapia che studiamo a Verona è la biblioterapia centrata sull’utente di cui Marco Dalla Valle (www.biblioterapiaitaliana.com) è il nostro esperto di riferimento sia per il master in biblioterapia sia per il Centro di ricerca.
- Quali sono gli effetti della biblioterapia sulle persone?
La nostra mission è concentrata sulla biblioterapia dello sviluppo, che ha come effetto principale quello di allenare le cosiddette life skills, abilità cognitive, emotive e relazionali di base, che permettono alle persone di agire con competenza, sia sul piano individuale sia su quello sociale. Esse sono state postulate dall’Oms nel 1992 e sono importanti perché incidono indirettamente sulla salute della popolazione intera.
Ma la biblioterapia ha anche altre ricadute sulle persone: stimolazione del pensiero laterale, creazione di momenti di sospensione dalle preoccupazioni, immersione nei benefici delle dinamiche di gruppo (laddove si lavori in gruppo), sviluppo della capacità di valutare la realtà e immaginare nuove soluzioni ai problemi, aumento della comprensione altrui e possibilità di essere compresi e di condividere liberamente. Tutto questo si traduce in uno stato di benessere, di possibilità di vivere la quotidianità con maggiore serenità. La biblioterapia dello sviluppo non ha uno scopo riparativo, ma obiettivi costruttivi, di miglioramento e prevenzione.
- Qual è l’obiettivo del Centro di ricerca interdipartimentale dell’università di Verona?
Il Centro ha come obiettivi la promozione dello studio e della diffusione della Biblioterapia e della Shared reading in Italia nonché di stabilire rapporti con i rappresentati della disciplina nel mondo anche attraverso l’organizzazione di convegni, seminari e corsi di studio per favorire gli scambi e i contatti fra studiose/i che si occupino di Biblioterapia e Shared reading in ogni campo.
Il centro si occuperà di promuovere la formazione di base e la formazione continua destinata a professioniste/i provenienti da ogni disciplina che desiderano inserire nelle proprie competenze la Biblioterapia e la Shared reading; nonché di promuovere la ricerca scientifica sugli effetti dell’applicazione della Biblioterapia clinica e della Biblioterapia dello sviluppo (competenza delle professioni non mediche) con particolare attenzione alle aree di singola competenza e di collaborazione. Il centro esplorerà i diversi campi di applicazione della Biblioterapia e della Shared reading negli ambiti di promozione della salute, prevenzione delle malattie, supporto psicologico e riabilitazione dopo esperienze di esposizione a condizioni di disagio. Il centro si occuperà di far pubblicare i risultati in pubblicazioni di volumi collettanei o monografici nonché di articoli scientifici e ricerche per sviluppare un dialogo con la comunità scientifica italiana e internazionale.
Sara Mauroner