Essere sia compositori sia esecutori non è affatto facile ed è una grande responsabilità. Orazio
Sciortino, nominato “Compositore dell’anno” dall’ International Classical Music Awards 2024, è
stato ospite dell’università di Verona per Veronetta Contemporanea festival e ci ha raccontato
come ciò avviene.
In dialogo con Markus Ophaelders, docente dell’università di Verona, è stato presentato il suo
concerto “Questi primi venti anni. Danze, ironie e rifacimenti nella musica pianistica di inizio
21esimo secolo”. Tenutosi al Polo Santa Marta martedì 11 giugno. A portare i saluti introduttivi è
stato Nicola Pasqualicchio, direttore artistico del festival.
Questo è il secondo contributo di Orazio Sciortino al festival, dopo l’esecuzione del progetto
composto appositamente per il concerto “Il suono ritrovato dopo le avanguardie” di Gabriele Dal
Santo e Luigi Marasca in collaborazione con Martina Dalla Stella che ha debuttato sabato 8
giugno.
Markus Ophaelders ha introdotto il dialogo affrontando la questione della musica contemporanea. I
temi trattati sono stati l’ironia, il rifacimento, la parodia e la danza, temi che si sono ritrovati nei
quattro brani eseguiti con successo durante il concerto.
“Scrittura impegnativa con registri estremi”, così è stata descritta l’abilità del compositore dal
relatore. Il repertorio scelto si è dimostrato tanto ambizioso quanto vario passando dal greve al
divertente. Lo spettacolo proposto è risultato molto coinvolgente e ha incantato il pubblico.
Un pezzo ha riguardato anche il tema della quarantena, nel periodo pandemico. “Contiene un’ironia
che a sua volta contiene il senso di una grande tragedia”, ha spiegato Orazio Sciortino. Il pezzo è
stato scritto durante una quarantena vissuta dal compositore che in quattordici giorni ha scritto ben
sette pezzi. “Un giorno abbozzavo delle idee, il giorno dopo finivo il pezzo”. Il legame con la
contemporaneità è evidente e ha approfondito nel linguaggio musicale un tema molto sentito e
perfettamente in linea con Veronetta Contemporanea festival, manifestazione promossa
dall’università di Verona, insieme all’Accademia Filarmonica e al Comune di Verona, con il
contributo dell’Esu e in collaborazione con Agsm-Aim.
È evidente che la bravura di questo artista non si misura solo nelle competenze propriamente tecniche,
ma anche nell’accuratezza di scegliere temi apparentemente diversi che riportano tutti alla
contemporaneità. Considerando anche il contributo di Markus Ophaelders, si è potuto spaziare su
altre discipline come la filosofia e la pittura. I protagonisti di questo festival sono tutti professionisti
eccellenti che producono ricchezza e ponti in relazione con i docenti dell’ateneo. Altri ancora ne
vedremo nei prossimi appuntamenti fino al 15 di giugno.