Praticare attività fisica comporta sempre un rischio di lesione alle articolazioni. E anche coloro che praticano agonismo e partecipano a importanti competizioni internazionali come le Olimpiadi sono comunque ad alto rischio.
Elena Manuela Samaila docente di Ortopedia del dipartimento di Scienze Chirurgiche, Odontostomatologiche e Materno-Infantili ci parla dell’importanza della prevenzione e delle nuove tecniche chirurgiche in ambito ortopedico.
“Le atlete e gli atleti che partecipano alle Olimpiadi estive sono tra i migliori al mondo nelle 42 discipline sportive olimpiche attuali. Per loro e per il personale medico gli infortuni rappresentano una sfida, a causa della breve durata tra le competizioni e della posta in gioco elevata. Pertanto, la diagnosi deve essere rapida e accurata.
L’esercizio fisico regolare è ampiamente riconosciuto per i suoi notevoli benefici per la salute, che includono un ridotto rischio di morte prematura, una diminuzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari, una migliore funzionalità, forma fisica e salute mentale e rafforzamento dell’immunità. Questi effetti vantaggiosi persistono negli atleti d’élite nonostante il loro maggiore sforzo atletico e la partecipazione a competizioni ad alta intensità che possono presentare una durata di vita che si estende oltre l’aspettativa media, accompagnata da una ridotta suscettibilità alle malattie e al ricovero ospedaliero. Tuttavia, un paradosso si presenta sotto forma di un aumento del rischio di disturbi muscoloscheletrici sia acuti che cronici attribuibili ad attività sportive intense e ad insorgenza graduale di malattie acute e croniche e disturbi di salute mentale.
I modelli di infortuni e malattie differiscono sostanzialmente tra i gruppi sportivi e di atleti, con implicazioni significative nella pianificazione del supporto medico e nello sviluppo di programmi di prevenzione.
Per gli infortuni di natura traumatica non ci sono differenze tra gli agonisti, che sono soggetti per la pratica continua dello sport di cui sono specialisti e i dilettanti, che corrono rischi dovuti al fatto di non essere del tutto allenati per cui l’organismo, talvolta, non è in grado di sopportare le sollecitazioni cui viene sottoposto.
Oggi le persone che proseguono la pratica sportiva oltre i 40 anni sono sempre più numerose e forse ancora di più quelle che iniziano a fare sport, anche a livello agonistico, dopo quest’età. L’intensità, la durata e il grado di complessità della pratica sportiva sono generalmente aumentati e di conseguenza il rischio di lesioni muscolo-scheletriche.
In base alla tipologia dello sport praticato, una o più articolazioni possono essere interessate da traumi. Lo stress osseo e le patologie tendinee sono lesioni comuni nello sport, specie nell’atletica leggera e sono fonte di importanti preoccupazioni per gli atleti professionisti perché possono mettere a rischio la possibilità di allenarsi e di gareggiare.
Negli sport ad alto impatto vi è una grande sollecitazione delle articolazioni dell’arto inferiore. La caviglia è spesso oggetto di lesioni legamentose e/o cartilaginee in seguito a distorsioni, ma può anche essere sede di fratture. Riguardo al ginocchio le lesioni del legamento crociato anteriore sono le più frequenti e richiedono un trattamento chirurgico ricostruttivo da parte del chirurgə ortopedicə. L’anca nello sportivo può essere causa di dolore ricorrente e costringere a lunghi periodi di inattività e nel giovane sportivo è sintomo di una patologia da conflitto che può essere risolta anche in artroscopia. Sport che richiedono gesti ripetitivi possono invece causare infortuni degli arti superiori, specie di spalla e gomito coinvolti anche da lesioni (fratture e/o lussazioni) in seguito a traumi da caduta o da scontri di gioco.
Le nuove tecniche chirurgiche mini-invasive e lo sviluppo di nuovi materiali biologici e di sintesi permettono oggi di eseguire interventi di salvaguardia e riparazione delle componenti articolari residue e/o di sostituzione biologica delle componenti articolari lesionate in modo irreparabile con l’obiettivo di ripristinare l’anatomia e la funzionalità.
Il programma riabilitativo post-infortunio è importantissimo e mira al recupero fisico, mentale e della funzione.
Perciò l’esercizio fisico fa bene ma va eseguito in sicurezza”.
Sara Mauroner
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