Con un incontro dedicato al legame tra il microdramma di Aleksandr Puškin e l’opera di Nikolaj Rimskij-Korsakov, si è aperta mercoledì 8 gennaio la partecipazione dell’università di Verona alla sesta edizione del festival “Mozart a Verona”. La rassegna, inaugurata il 5 gennaio, è un viaggio tra musica, letteratura e cinema per esplorare il rapporto storico e artistico tra Wolfgang Amadeus Mozart e Antonio Salieri.
L’evento si è svolto nella suggestiva cornice della Biblioteca Capitolare, con la moderazione di Vincenzo Borghetti, docente del dipartimento di Culture e Civiltà dell’ateneo. A impreziosire l’incontro, gli interventi dei docenti Anna Giust e Stefano Aloe, esperti di slavistica del dipartimento di Lingue e letterature straniere
Durante l’incontro, i relatori hanno esaminato come la cultura russa dell’Ottocento abbia interpretato il rapporto tra Mozart e Salieri. In particolare, hanno analizzato la rappresentazione del “genio” e dell’“invidioso” nel microdramma di Puškin e la successiva trasposizione operistica di Rimskij-Korsakov.
“Puškin è una figura fondativa per l’identità culturale russa e, nel suo microdramma, Salieri diventa simbolo della tormentosa tensione verso l’arte, tra istinto creativo e tecnica” ha spiegato Stefano Aloe.
Anna Giust ha invece sottolineato come Rimskij-Korsakov nella sua opera abbia incarnato il vissuto problematico del compositore nel contesto della formazione della “scuola russa”, e abbia creato un tessuto musicale innovativo, capace di integrare il dialogo verbale e musicale. “Le parti strumentali e vocali dialogano tra loro, dando vita a un linguaggio musicale moderno che accompagna e amplifica l’azione, anche interiore”, ha affermato la docente.
Vincenzo Borghetti ha evidenziato il contrasto tra il microdramma di Puškin, caratterizzato da una struttura dialogica essenziale, e l’opera di Rimskij-Korsakov, che aggiunge una dimensione musicale intensa e articolata. “Rimskij-Korsakov supera la tradizione delle ‘opere dialogate’, trasformandole in veri e propri drammi musicali, dove canto e musica si fondono in un dialogo continuo”, ha spiegato.
L’incontro ha offerto una prospettiva originale sull’interazione tra testo e musica, sottolineando l’eredità culturale e filosofica di due giganti della tradizione russa. Un appuntamento che ha saputo coniugare riflessione accademica e passione per l’arte, lasciando un segno nella ricca programmazione del festival “Mozart a Verona”.