Il criptorchidismo è una patologia che colpisce circa il 3% dei neonati maschi, caratterizzata dall’assenza di uno o entrambi i testicoli nello scroto alla nascita. La terapia standard prevede l’intervento chirurgico seguito dalla somministrazione di hCG, gonadotropina corionica umana, una proteina prodotta dalla placenta durante la gravidanza, per migliorare la vascolarizzazione e il volume testicolare. Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono in modo efficace a questo trattamento.
Per affrontare questa variabilità, un gruppo di ricercatori dell’università di Verona ha sviluppato un innovativo modello preclinico per prevedere la risposta alla terapia con gonadotropina corionica umana (hCG) nei pazienti affetti da criptorchidismo. Lo studio, dal titolo “In vitro effect of hCG on cryptorchid patients’ gubernacular cells: a predictive model for adjuvant personalized therapy”, pubblicato sulla rivista Cell Communication and Signalling, ha coinvolto esperti di quattro diversi dipartimenti dell’ateneo, Neuroscienze, biomedicina e movimento, Diagnostica e sanità pubblica, Biotecnologie e Ingegneria per la medicina di innovazione, dimostrando il carattere interdipartimentale della ricerca.
I ricercatori veronesi hanno messo a punto un modello in vitro basato sulle cellule del gubernaculum testis, un legamento para-testicolare con caratteristiche simili a quelle testicolari. Attraverso biopsie prelevate da cinque pazienti di età compresa tra 1 e 10 anni, il team ha analizzato la risposta cellulare alla terapia ormonale, scoprendo che i pazienti più giovani mostrano un miglioramento più marcato rispetto a quelli più grandi.
I risultati dello studio evidenziano che l’hCG non solo influisce direttamente sul testicolo, ma agisce anche su componenti extra-testicolari, come la respirazione cellulare e la riduzione dello stress ossidativo. Queste scoperte aprono nuove prospettive per la personalizzazione della terapia nei pazienti criptorchidi, permettendo di adattare il trattamento in base all’età e alle caratteristiche cellulari del singolo individuo.
Il progetto, finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) con il supporto del Rotary Club e del Lions Club International, sezione Isola della Scala-Bovolone e Villafranca, che ha finanziato una borsa di ricerca, rappresenta un passo avanti nella gestione del criptorchidismo e potrebbe portare a nuove strategie terapeutiche per migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Gli autori Univr dello studio Andrea Errico (primo autore), Ilaria Dando e Nicola Zampieri (autori corrispondenti), Giulia Ambrosini, Sara Vinco, Emanuela Bottani, Elisa Dalla Pozza, Nunzio Marroncelli, Jessica Brandi, Daniela Cecconi, Ilaria Decimo e Filippo Migliorini, dell’Azienda ospedaliera di Verona, sottolineano l’importanza di ulteriori ricerche per validare i risultati e implementare il modello in contesti clinici, contribuendo così a una medicina sempre più personalizzata e mirata.
DOI: 10.1186/s12964-024-01979-y
Elisa Innocenti