Nella cornice della biblioteca Frinzi, oltre il proscenio di tavoli usualmente utilizzati per sessioni di studio pre-esame, si è svolta “Sinfonia Berlinese” una proposta in chiave musicale e filmica della Berlino prima e durante il muro.
Un sovrapporsi di reading. Letture di testi/slogan che, con prepotenza, hanno segnato la Storia con la S maiuscola del Novecento non solo tedesca ma europea. La chiave scenica che più colpisce lo spettatore è l'accostamento a più livelli di trattazioni "leggere", amori oltre le barriere in stile shakesperiano, in opposizione a impegnati spot da testi storici e di letteratura.
Sono un berlinese. Tutti gli uomini liberi, ovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come uomo libero, sono orgoglioso di dire Ich bin ein Berliner! (J.F. Kennedy, 15 Giugno 1963)
Sono un berlinese, è questo il feeling reiterato che ha accompagnato il pubblico dentro le sale della biblioteca universitaria per una sera "prestata" a teatro d'avanguardia. Sono un berlinese che ha impresso nella mente la data del 13 agosto 1961, quando nelle prime ore di luce, innanzi agli occhi esterrefatti di cittadini sia dell’est che all’ovest si assistette all’erezione e al consolidarsi di un muro. Sono un berlinese che ha vissuto una città incomprensibile nella sua bellezza e complessità anche negli anni che hanno preceduto la costruzione della barriera, del muro che diverrà a tutti gli effetti per 28 anni confine non solo materiale ma ideale e chiuse anche gli spiragli di luce, laddove fosse possibile.
Altri muri. Il finale di "Sinfonia Berlinese" è stato uno schermo che descrive la cruda attualità come un catalogo di barriere ancora non infrante. Dal muro di Gaza al muro di via Anelli a Padova.
La regia di Sinfonia Berlinese è di Sara Meneghetti, studentessa universitaria, molti sono inoltre i giovani dell’ateneo che hanno preso parte allo spettacolo, sia come voci narranti che in qualità di musicisti. La ricerca e la stesura dei testi è di Mario Allegri docente di Letteratura Italiana mentre la scelta del corredo filmico è di Giancarlo Beltrame, docente di Semiologia del cinema.
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