“Sport di squadra: metodi comuni di allenamento”, se ne è parlato l'8 febbraio a Scienze motorie. In cattedra tre allenatori di eccezione: Marco Crespi, Luigi Delneri e Andrea Giani. L'incontro, moderato dal giornalista sportivo Adalberto Scemma, è stato organizzato dal dipartimento di Scienze motorie di ateneo e dall’Associazione italiana allenatori calcio, sede di Verona.
“La figura dell’allenatore è complessa – ha spiegato Crespi allenatore della Scaligera Basket – tocca anche il ruolo di formatore dei giocatori e non solo dal punto di vista tecnico o tattico. Il mio compito è quello di trasformare una lista di giocatori in una squadra. I passaggi che faccio sono tre: stabilire un rapporto tecnico e umano con ognuno di loro, definire quali saranno le aree a disposizione e attribuire responsabilità e obiettivi”. “Occorre sapere qual è il tempo giusto per intervenire con la parola, – ha affermato invece Delneri, allenatore dell'Hellas Verona – è importante essere soprattutto credibili e i silenzi, a volte, sono efficaci. Quando giocavo non sopportavo le grida, perché so che i giocatori sono coscienti di ciò che capita in campo. Durante gli allenamenti, invece, è importante fare sentire la propria voce”.
Si è passati poi agi aspetti metodologici per capire la filosofia dei tre allenatori e la loro peculiare formazione. Per Delneri "è fondamentale scegliere giocatori con caratteristiche quali aggressività, velocità, movimenti rapidi. Il lavoro settoriale permette che il singolo dia qualità a tutta la squadra". Concetto ripreso da Crespi che si è soffermato anche su un confronto fra pallavolo e pallacanestro. “È curioso – ha affermato – come le due discipline stiano prendendo direzioni opposte. Il volley è passato da giocatori universali a profili con una grandissima specializzazione, il basket ha seguito un percorso inverso, dove l’ideale sarebbe avere cinque giocatori di due metri che, come Lebron James, sappiano fare tutto”. Parole che trovano d’accordo Giani, allenatore della Blu Volley Verona che ha aggiunto “Io cerco di comprendere l’anima del giocatore e, per questo obiettivo, la comunicazione è fondamentale. Serve un’idea di gioco comune e ciò funziona se c’è grande disciplina”. I tre allenatori hanno messo in luce anche l'importanza dello staff. “Io sono un allenatore giovane, – ha proseguito Giani – mi confronto spesso con i miei collaboratori. Credo, inoltre, che una figura femminile all'interno dello staff sarebbe un valore aggiunto, perché il pensiero femminile marca una differenza”. La serata si è chiusa con l'intervento di Carlo Morandi, ex presidente di Scienze Motorie, che ha chiesto agli allenatori quale può essere l'apporto delle scienze motorie nella formazione di figure professionali nell’ambito di questi sport. Un contributo importante, confermato, a esempio, dalla presenza di Luca Alimonta nello staff di Delneri. Laureato in Scienze motorie, Alimonta è stato scelto dallo stesso tecnico come preparatore atletico.
Ascolta il servizio realizzato dalla redazione di FAN.
10.02.2016